Parlando ieri con la nostra pupadicasa (NdR. Non solo perché è giovane, ma perché la pupa è lo stadio vitale precedente a quello della farfalla e io non vedo l’ora di vedere di che colore saranno le sue ali) della sua difficoltà di ricordare così tanto “come fai te” e trovare il tempo per farlo, ho pensato che sono curiosa di sapere come studiate, informate, rendete vostro un concetto.
La mia prima risposta è stata: “Io non ricordo, io lo vivo e l’ho vissuto”.
Per me, lo studio è parte integrante della vita da quando ho ricordi: a 7 anni passavo ore nella biblioteca del paese a consumare libri, a riempire quaderni di schemini per correlare gli argomenti e a disegnare ciò che leggevo. Non l’ho mai fatto per i voti a scuola ma per la necessità di conoscere e, dall’altra parte, ho sempre gestito malissimo le discussioni in cui io non so bene di cosa si parla.
Se non fosse stato così, non credo sarei riuscita a passare dal Liceo Artistico a Head of SEO, passando per una laurea in scienze ambientali, un master in Sistemi di Gestione e anni tra bonifiche, rifiuti e zincherie.
E allora, ho pensato che potrebbe essere utile lasciare il mio metodo di studio e un paio di testi che mi hanno aiutate per perfezionarlo, senza la pretesa di essere un’esperta in materia.
1. Ordine nelle informazioni
Tutto ciò che per me è fondamenta di qualsiasi materia deve essere scritto da qualche parte e conservato.
Io trovo l’ordine perfetto delle informazioni nei libri, anche se il mondo digital cambia velocemente, ci sono delle fondamenta, e io cerco il libro perfetto che le raccolga per poi distruggerlo di:
- sottolineature solo del concetto sedimentato
- parole chiave, highlight del paragrafo importante per me
- post-it dei miei ragionamenti
- orecchie agli angoli per ciò che mi servirà consultare negli anni
[venga archiviata la prova numero 1 su ristampa del 2012]
2. Ogni giorno un’ora per 12 anni, ora 4 a settimana
Per tutto ciò che è novità, cambiamenti, best practice, ogni giorno per 12 anni ho studiato un’ora e adesso sono a 4 ore a settimana per la mia materia.
3 numero perfetto e 3 sono le risorse che leggo all’ora, il 75% è SEO, il restante è tutto ciò che riguarda il resto degli altri canali di conversione.
Sono 3 risorse online, almeno una proveniente da Google, le altre rigorosamente del mondo anglosassone, che approfondisco solo dopo aver letto velocemente (no modello F-pattern ma torta a strati, scansione di titoli e sottotitoli) così da decidere dove soffermarmi.
Per ognuna di queste risorse dedico in media 15 minuti di lettura approfondita, su due schermi: uno con l’articolo, l’altro con trello aperto, per crearmi le mie correlazioni, abbozzare i miei post, avere le fonti che mi servono per pensare alle strategie per i clienti, per i nostri progetti interni e per gli eventi in cui partecipo da speaker.
3. Creo il mio Knowledge Graph personale
Non possiamo ricordare tutto, o forse sì, io non ci provo nemmeno. Per cui, vivo ciò che leggo nel vero senso della parola.
Prima di ogni lavoro, evento, presentazione, colloquio con il cliente rivedo le mie risorse del periodo, tiro fuori i miei libri pilastro, preparo interiormente il mio ragionamento.
E creo il mio Knowledge Graph personale, senza toccare penna, perché non lascio la responsabilità al quaderno di imparare per me.
Sono davvero una rompipalle in questo, obbligo tutte le persone del team ad ascoltare prima di scrivere, perché ho la convinzione che gli appunti servano solo quando si è reso proprio il concetto oppure lasceremo tutto alla pagina e non sapremo manco ritrovarlo.
All’università avevo bel tempo per disegnare schemini, ora ho imparato a immaginarli a meno che non debba condividerli con altri.
In questo modo, non devo ricordare ciò che ho letto, devo solo ragionare su quel determinato concetto e, alla fine, diventa parte del mio vissuto, perché l’ho applicato, condiviso, raccontato.
4. Spaziare sempre e ancora e ancora
Ogni risorsa si collega ad altro, ogni parola detta da qualcuno è il mio gancio cielo per studiare qualcos’altro. Qui sì che scrivo.
Sulla mia agenda cartacea, cercata appositamente, c’è una parte apposita per le keyword della giornata. Mi basta una parola che non conosco, non solo nel mondo della SEO, un personaggio mai sentito, un concetto che non mi convince per riempire quello spazio. Non faccio passare una settimana senza aver approfondito.
Non sono una tuttologa, ci sono argomenti che non mi entrano in testa, concetti che per quanto abbia provato sulla mia pelle sfuggono, non ho memoria per gli enunciati e le citazioni ma, non esiste che io perda l’occasione di sapere, anche superficialmente, qualcosa che non conosco.
Bene, direi che vi ho ammorbati abbastanza, ma sono da sempre convinta che l’esperienza altrui è ciò che più dovremmo ascoltare e fare nostra, per cui torno alla domanda di partenza, così da poter far leggere questo post alla mia tirocinante caparbia e farle trovare il metodo che fa per lei: voi come studiate nella vostra professione?
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