Nel panorama attuale il web copywriting si conferma come elemento cruciale nella comunicazione tra aziende e consumatori. Cosa distingue però un contenuto semplicemente buono da uno realmente efficace? La risposta arriva diretta e potente da Google con il suo ultimo aggiornamento, per il momento limitato alla ricerca in inglese: “Vogliamo contenuti People First!”
Ciò sottolinea l’importanza di contenuti autentici, creati da persone vere per persone vere, capaci di calarsi nelle esigenze dei lettori, anticiparne le domande e fornire risposte significative.
Spettacolo! Allora da oggi basta con i contenuti scopiazzati e senza sostanza?
Superare la superficialità richiede più che una buona scrittura; implica un’approfondita informazione, la selezione accurata dei canali di diffusione e l’attribuzione di un’autorialità evidente ai messaggi veicolati.
Questo articolo si propone di analizzare l’essenza del web copywriting di successo: contenuti People First redatti da copywriter informati, valorizzati dalla firma di un autore e dalla scelta oculata dei canali più appropriati per il loro rilancio.
Esplora con noi il mondo del copywriting dove l’elemento umano si fonde con la professionalità, dimostrando ancora una volta che i contenuti di qualità regnano sovrani nel web.
1. I contenuti efficaci sono scritti da copy informati
Nell’affascinante universo del web copywriting, dove le parole tessono connessioni invisibili tra brand e utenti, la formula magica per emergere risiede nella creazione di contenuti People First. Questi non sono semplici aggregati di parole chiave destinate a soddisfare gli algoritmi di ricerca, ma vere e proprie narrazioni capaci di toccare il cuore e la mente del lettore.
Ma cosa significa realmente mettere le persone al primo posto nella redazione di contenuti efficaci? Si tratta di un approccio che prevede innanzitutto una profonda consapevolezza e responsabilità da parte del copywriter, consapevole del potere che le sue parole hanno nell’influenzare le decisioni e le percezioni delle persone, specialmente in settori delicati come YOUR MONEY YOUR LIFE, dove le scelte informative possono avere un impatto significativo sulla vita finanziaria e personale degli individui.
Immaginate un mondo in cui le Content Factory siano abitate da web writer non solo esperti nella loro materia, ma veri e propri depositari del sapere, persone che non necessitano di cercare informazioni online perché sono loro stesse una fonte di conoscenza viva e pulsante. Questa visione, sebbene possa sembrare utopica, rappresenta l’ideale verso cui dovremmo tendere: esperti che scrivono con autorevolezza e passione, trasmettendo non solo informazioni, ma anche valori, esperienze e prospettive uniche.
E se i clienti, seguendo l’illuminante percorso tracciato da Joe Pulizzi nel suo libro “Content Business” – una lettura che mi è stata gentilmente regalata da Roi Edizioni e che analizza come creare un business partendo dal blog – iniziassero a pensare prima al contenuto e solo dopo al prodotto? Sarebbe una rivoluzione, un cambio di paradigma che porrebbe definitivamente il focus sulla qualità e sull’impatto dei contenuti, piuttosto che sulla mera promozione di un prodotto o servizio.
La creazione di contenuti efficaci, quindi, inizia con copywriter informati e consapevoli, che comprendono l’importanza di offrire ai lettori non solo testi gradevoli e ottimizzati per i motori di ricerca, ma veri e propri pezzi di conoscenza, frammenti di realtà capaci di ispirare, educare e, perché no, cambiare in meglio la vita delle persone. Questo approccio People First richiede un impegno costante alla ricerca, all’apprendimento e all’ascolto attivo delle esigenze e delle aspettative del pubblico.
Solo così i contenuti potranno davvero fare la differenza, elevando il dialogo tra marche e consumatori a un livello più profondo e significativo, dove la fiducia reciproca e la condivisione di valori autentici diventano i pilastri su cui costruire una comunicazione veramente efficace.
2. Il content di valore è firmato da una persona
Nel vivace e sempre in evoluzione mondo del SEO e del web copywriting, il concetto di “contenuti People First” si sta affermando come un faro guida per chi produce e condivide informazioni online. Ma c’è un aspetto che va ben oltre la semplice creazione di contenuti che mettono al centro le persone: la firma di questi contenuti da parte di un author reale.
Metterci la faccia, o meglio, la firma sotto un articolo non è solo un gesto di trasparenza, ma una vera e propria dichiarazione di responsabilità e impegno da parte del copy. Google stesso ha riconosciuto l’importanza di questo aspetto con l’introduzione del concetto di EEAT (Expertise, Authoritativeness, Trustworthiness, with the added “E” for Experience), sottolineando come i content di valore debbano essere non solo pertinenti e informativi, ma anche chiaramente associati a un autore credibile.
Immaginate un mondo in cui, navigando sui blog delle aziende, anziché imbattersi nell’impersonale dicitura “La Redazione”, si possano trovare articoli firmati da Content Creator veri, con il loro “bel visino” ben in vista. Questo non solo renderebbe la lettura più piacevole e personale, ma aumenterebbe la fiducia dei lettori, sapendo che dietro quelle parole ci sono esperienze reali, competenze autentiche e, soprattutto, una persona in carne e ossa che si assume la responsabilità di quanto scritto.
Lontano dall’essere semplici pezzi di un puzzle di marketing, questi guest post firmati rappresenterebbero una preziosa occasione per condividere conoscenza autentica, consigli pratici e insight unici, arricchendo il dibattito online con voci distintive e punti di vista originali. In questo scenario, i contenuti non sarebbero più visti come mero riempitivo o come strumento di posizionamento SEO, ma come vere e proprie opere di valore, capaci di educare, informare e, perché no, ispirare chi li legge.
La presenza di un autore, di una persona che “mette la faccia” dietro i suoi contenuti, diventa così sinonimo di un impegno verso la creazione di materiali di qualità, che rispettino i principi People First e che riflettano un approccio genuino alla condivisione di informazioni.
In un mondo digitale che spesso può sembrare sovraffollato e impersonale, questa firma rappresenta un ponte, un legame diretto tra chi scrive e chi legge, un invito a un dialogo aperto, basato su fiducia e rispetto reciproci. Sì, perché alla fine, quello che conta non è solo il messaggio, ma anche chi decide di condividerlo e come sceglie di farlo.
3. I contenuti efficaci richiedono i canali giusti
In un’era in cui la creazione di contenuti ha assunto un ruolo centrale nella strategia di comunicazione delle aziende, l’importanza di selezionare con cura i canali di comunicazione per veicolare contenuti efficaci è più evidente che mai.
Un contenuto People First, ovvero un contenuto che pone al centro le esigenze e gli interessi del pubblico, deve essere diffuso attraverso i canali che meglio consentono di raggiungere e coinvolgere il pubblico in target. Questa non è solo una questione di strategia, ma anche di responsabilità verso il proprio ruolo di Content Creator, un mestiere che, al di là di ogni stereotipo, richiede competenze, dedizione e un approccio professionale.
Immaginiamo un mondo in cui essere Content Creator significhi gestire un proprio sito web, curare una newsletter di valore a cui i lettori possano iscriversi, e animare canali social attentamente selezionati per la loro capacità di connessione con un pubblico ben definito. Un mondo in cui, anziché accontentarsi di compensi simbolici come “60€ a post di Instagram” o di offerte superficiali come “fammi venire gratis al ristorante che ti faccio una story”, i creatori di contenuti siano riconosciuti come professionisti a tutto tondo, capaci di offrire alle aziende un valore aggiunto inestimabile.
La riflessione proposta getta luce su un aspetto cruciale: la necessità di riconsiderare e valorizzare la figura del Content Creator all’interno del panorama digitale. Lontani dall’essere meri esecutori di compiti banali, i creatori di contenuti sono professionisti che, attraverso la scelta oculata dei canali di comunicazione e la produzione di contenuti di qualità, possono trasformare i semplici ascoltatori in clienti caldi, pronti ad avviare una relazione duratura con il brand.
In questo scenario ideale, il Content Creator diventa il fulcro attorno al quale si costruisce un rapporto di fiducia e riconoscimento reciproco tra azienda e cliente. Attraverso un uso strategico dei canali di comunicazione, selezionati non solo sulla base della loro popolarità, ma soprattutto in funzione delle specifiche esigenze del pubblico in target, i contenuti diventano ponti capaci di connettere realtà diverse, generando valore sia per chi li produce sia per chi ne beneficia.
Questo approccio richiede una profonda comprensione del micromondo del Content Creator e un’attenzione costante verso le dinamiche che regolano la relazione con il pubblico. Solo così sarà possibile superare la visione riduttiva che ancora oggi limita il riconoscimento del Content Creator come figura professionale chiave nel contesto aziendale, aprendo la strada a un nuovo modello di collaborazione, basato su rispetto, valore e crescita condivisa.
Ultimo ma non meno importante, riflettiamo su un mondo in cui il web diventi uno spazio arricchente per le generazioni future, un luogo dove i nostri figli possano trovare contenuti di qualità, espressioni corrette della lingua italiana, e informazioni veritiere, lontane dalle superficialità e dagli errori che troppo spesso affollano il panorama digitale. È nostro dovere, come professionisti del settore e come parte attiva della società digitale, lavorare per rendere il web un ambiente più informato, educativo e stimolante, dove la conoscenza sia accessibile e la verità sia il fondamento di ogni contenuto. Solo così potremo sperare in un futuro in cui il web sarà fonte di arricchimento culturale e non di confusione o disinformazione.