Perché il branding è fondamentale per la SEO?

Perché il branding è fondamentale per la SEO?

Nell’era digitale in cui viviamo, il branding assume un ruolo sempre più cruciale nella strategia SEO di un’azienda. Ma vi siete mai chiesti perché? Il mondo online è in continua evoluzione e, con l’ultimo aggiornamento che rende i nomi dei siti web più visibili nelle ricerche anche da mobile, è chiaro che il gioco si sta facendo più interessante. 

Ora, non solo i nostri amati siti web brillano sotto i riflettori con nomi ben in vista, ma stiamo anche assistendo a un rinnovamento delle favicon nelle SERP, rendendole più grandi e accattivanti. Questo non solo migliora l’esperienza utente ma spalanca le porte a nuove strategie di brand awareness, fondamentali per distinguersi in un mare di contenuti. E la novità? Presto, questa rivoluzione delle favicon toccherà anche gli annunci pubblicitari, promettendo di cambiare il volto dell’Advertising online. 

In questo articolo, esploreremo le innumerevoli possibilità che si aprono quando gli utenti iniziano a riconoscere il nostro brand direttamente nelle SERP. Parleremo di come, attraverso query navigazionali mirate e strategie di marketing ben calibrate, possiamo non solo attirare l’attenzione ma anche costruire una solida community attorno al nostro marchio. 

Questo non solo rafforza la nostra presenza online ma crea un legame diretto e personale con il nostro pubblico, un asset inestimabile in un mondo sempre più competitivo. Preparatevi a scoprire come le azioni di branding e SEO, sapientemente combinate, possono trasformare il modo in cui il vostro brand viene percepito, cercato e cliccato online, generando un impatto profondo e duraturo.

1. Riconoscere il brand in SERP

Il legame tra branding e SEO è più profondo e significativo di quanto molti possano immaginare, soprattutto nell’era digitale in cui il riconoscimento di un brand nelle SERP (Search Engine Results Pages) può fare la differenza tra un clic e l’ignorare un risultato. 

La citazione presa dal blog di Google sottolinea l’importanza di questo aspetto: “le persone si rivolgono a Google per trovare informazioni da un’ampia gamma di fonti e formati, dai grandi marchi ai singoli creatori, attraverso testo, immagini e video”, e prosegue con “fornendo ancora più informazioni sui siti che vedi in modo da poterti sentire sicuro dei siti web che visiti”. 

Queste parole evidenziano un principio fondamentale: se riconosciamo un brand di cui ci fidiamo, che sappiamo produce contenuti di qualità o vende prodotti eccellenti, siamo naturalmente più inclini a interagire con quel particolare snippet in SERP, anche se non si trova in prima posizione.

Questo fenomeno è strettamente legato al concetto di EAT (Esperienza, Autorevolezza, Affidabilità), che rappresenta la base della fiducia e del riconoscimento di un brand. Un sito che dimostra esperienza nei suoi contenuti, che viene percepito come autorevole nel suo settore e che trasmette affidabilità, attira maggiormente l’utente, influenzando direttamente il tasso di clic (CTR) e migliorando il posizionamento nelle SERP. 

L’EAT si guadagna non solo attraverso la qualità del sito web ma anche attraverso l’autorevolezza di chi contribuisce ai contenuti. Non basta più avere un anonimo team di redazione; è essenziale valorizzare author e content creator che con le loro recensioni verificate e il loro lavoro arricchiscono il sito, contribuendo in modo significativo al suo EAT.

La cura dei contenuti è quindi un aspetto cruciale. Un contenuto ben scritto, informativo, aggiornato e pertinente non solo soddisfa le esigenze informative dell’utente ma rafforza anche la brand awareness. La presenza di una favicon accattivante nelle SERP agisce come un ulteriore punto di riconoscimento per l’utente, un piccolo ma potente elemento visivo che associa immediatamente il contenuto al brand, migliorando l’esperienza utente e la memorabilità del brand stesso.

Riflettendo su che cosa significano per me le parole scritte da Google nel suo blog, diventa evidente che riconoscere l’EAT in un brand o in un content creator non solo ci fa sentire più sicuri nelle nostre scelte online ma influisce anche direttamente sulla nostra percezione di affidabilità e qualità. 

Guadagnarsi l’EAT, quindi, non è solo un’opera di ottimizzazione per i motori di ricerca ma un impegno costante verso eccellenza, trasparenza e autenticità che beneficia sia i brand che gli utenti. Questo processo di costruzione e riconoscimento dell’EAT contribuisce a creare una solida community intorno al brand, fedele e attiva, che si fida dei prodotti e dei contenuti offerti, alimentando un circolo virtuoso di fiducia, riconoscimento e successo.

2. Intenti di ricerca navigazionali

Intenti di ricerca e query navigazionali rappresentano una dimensione specifica del comportamento online degli utenti, una fase ben definita all’interno del funnel di acquisto che evidenzia una profonda conoscenza e fedeltà verso un brand. 

Diversamente dagli intenti di ricerca transazionali, che indicano la volontà di effettuare un acquisto, gli intenti navigazionali riflettono il desiderio dell’utente di raggiungere una particolare pagina web o risorsa online associata direttamente a un brand specifico. Questo tipo di ricerca è intrinsecamente legato a SEO e branding, poiché le query e le keyword navigazionali utilizzate sono spesso il nome del brand stesso o varianti specifiche legate ai suoi prodotti o servizi.

Nel contesto del nostro esempio, un utente che digita “24 Bottles” non sta semplicemente cercando una qualsiasi borraccia; sta cercando l’esperienza, il design e la qualità unici offerti da quel specifico brand. Questo tipo di cliente, fedele e informato, non si accontenta di un prodotto generico; cerca consapevolmente il valore aggiunto che solo 24 Bottles può garantire. L’intento navigazionale si colloca in una fase avanzata del funnel di acquisto, dove l’utente non ha bisogno di essere persuaso o informato sui vantaggi del prodotto; sa già cosa vuole e il suo obiettivo è raggiungere direttamente la fonte.

L’importanza di una solida strategia SEO in questo contesto è fondamentale. È essenziale garantire che, quando un utente digita una query navigazionale legata al nostro brand, i risultati offerti dai motori di ricerca siano diretti, pertinenti e capaci di condurre immediatamente all’obiettivo desiderato. Questo non solo migliora l’esperienza utente ma rafforza anche brand awareness e fedeltà, aspetti chiave per la costruzione di una relazione duratura con i nostri clienti.

SEO e branding, quindi, lavorano mano nella mano per assicurare che il nostro brand non solo emerga nelle ricerche transazionali ma domini anche nelle navigazionali. Questo approccio consente di capitalizzare sulla conoscenza e sulla fiducia che gli utenti hanno nel nostro brand, guidandoli senza ostacoli verso i nostri contenuti, prodotti o servizi.

3. Community attorno al brand

Nel mio percorso come SEO Specialist, ho avuto l’opportunità di osservare da vicino il potere resiliente di alcuni brand, capaci di attraversare indenni le tempeste scatenate dagli update di Google. Queste aziende, pur subendo penalizzazioni che avrebbero potuto minare seriamente la loro visibilità online, hanno mostrato una sorprendente tenacia, mantenendo inalterato il loro fatturato. Il segreto? Una solida community costruita attorno al brand, unita a una strategia mirata di branding e SEO. 

Queste aziende hanno compreso l’importanza di non affidarsi esclusivamente ai motori di ricerca per attrarre traffico e hanno lavorato con dedizione alla costruzione di un legame diretto con il loro target, trasformando semplici visitatori in clienti fedeli alla marca.

Una riflessione che emerge spontanea da queste osservazioni riguarda l’importanza vitale di diversificare i canali di comunicazione e di engagement del proprio brand. I social media, in particolare, si rivelano strumenti potentissimi per la creazione e il rafforzamento di una community. 

Perché ne parlo continuamente? Perché attraverso i social è possibile dialogare quotidianamente con il proprio pubblico, condividere contenuti che rispecchiano i valori e l’identità del brand e, soprattutto, ascoltare e interagire direttamente con i propri follower. Questa interazione costante alimenta un senso di appartenenza e fiducia che si traduce in lealtà e supporto anche nei momenti di difficoltà.

Parallelamente, l’email marketing rappresenta un’altra leva strategica fondamentale per la fidelizzazione e la creazione di una community attorno al brand. Attraverso newsletter personalizzate, offerte esclusive e contenuti di valore, è possibile mantenere viva l’attenzione del proprio target, rafforzando ulteriormente il legame con la clientela e incentivando l’engagement.

Infine, è impossibile non sottolineare come la costruzione di una community attorno al brand contribuisca a renderlo più affidabile e autorevole agli occhi del pubblico. L’esperienza che i clienti vivono attraverso i contenuti originali e autentici che condividiamo – lontani dall’essere mere copie prive di anima – gioca un ruolo cruciale in questo processo. Attraverso una narrazione coerente e genuina, il brand diventa non solo un punto di riferimento nel suo settore ma anche una presenza familiare e rassicurante nella vita dei suoi clienti.

Riflettendo sulle dinamiche tra SEO, branding e la costruzione di una solida community intorno al brand, emerge chiaramente che il successo di un’azienda nell’ecosistema digitale moderno non si basa esclusivamente sul posizionamento nei motori di ricerca, ma richiede una strategia complessiva e ben armonizzata. Le aziende devono riconoscere l’importanza di investire in contenuti di qualità, che non solo attraggano traffico ma che siano in grado di convertire i visitatori in clienti fedeli e portavoce del brand. Ecco, dunque, alcuni passaggi fondamentali che ogni azienda dovrebbe considerare per navigare con successo nel mondo digitale.

In primo luogo, è essenziale prevedere un budget adeguato per i propri contenuti, dando loro la massima priorità. I contenuti rappresentano la voce del brand e sono il primo punto di contatto con i potenziali clienti; pertanto, devono essere curati, autentici e riflettere i valori e l’unicità dell’azienda. Investire in contenuti di qualità significa costruire le fondamenta per una relazione duratura con il proprio pubblico.

In secondo luogo, è cruciale affidarsi a professionisti che non si limitino a parlare di traffico organico, ma che siano in grado di attrarre traffico qualificato al sito web. Il traffico deve essere composto da utenti realmente interessati a ciò che l’azienda offre, in modo da massimizzare le possibilità di conversione e fidelizzazione.

Terzo, è fondamentale predisporre almeno una risorsa interna dedicata che possa interagire costantemente con la web agency di riferimento, garantendo che i contenuti prodotti siano in linea con gli obiettivi e i valori del brand. Questa collaborazione stretta è essenziale per creare contenuti “spaziali”, in grado di distinguersi nel vasto universo online.

Infine, le aziende devono comprendere che i risultati significativi non arrivano dall’oggi al domani. È necessario un impegno costante, una perseveranza senza sosta e la volontà di continuare a investire nel tempo. Il successo digitale richiede pazienza, sperimentazione e la capacità di adattarsi rapidamente alle evoluzioni del mercato e ai cambiamenti nelle preferenze dei consumatori.