In questi giorni ho parlato, con alcune figure apicali in Azienda della difficoltà di comprendere, ancora, quanto si deve investire su un progetto digital e, in particolare, sul traffico organico. Per cui, ho pensato di andare a leggere le
statistiche SEO aggiornate per supportare nella scelta del fornitore.
Premessa: nel nostro mondo, la forbice di prezzo è talmente ampia che chiunque chieda offerta si troverà ad avere preventivi con prezzi differenti e molto spesso non paragonabili tra loro. Parliamo difficile, non abbiamo una linea comune, non utilizziamo gli stessi termini e, soprattutto, possono esserci oscillazioni del 30% a ribasso o a rialzo che destabilizza chi deve acquistare.
Provate ad entrare in più concessionarie e vedervi sparare per la stessa auto, con gli stessi accessori, 5 preventivi differenti: non esiste. Il motivo? Il prezzo di mercato per lo stesso bene è il prezzo di mercato. Inamovibile. Volete spendere di meno? Si cambia marca e modello, probabilmente prestazioni.
Statistiche SEO e We Are Social, il report meraviglia
In Italia abbiamo 59 milioni di abitanti, con ben l’86,1% di utenti e il 74,5% di persone attive sui social. Dato da tenere a mente anche solo per dire: praticamente siamo tutti collegati.
Si spendono di media 5 ore e 55 minuti su internet e di queste 2 ore e 56 minuti sui nostri smartphone e il restante tempo tra PC e tablet. Io alzo la media garantito.
I motivi per cui passiamo la nostra seconda vita e, per alcuni tristemente, anche la prima sono:
- 72,2% per cercare informazioni e diciamo che qui la SEO ci sta a fagiolo;
- 65,2% aggiornarsi su ciò che accade nel mondo, e direi che pure qui SEO è gioia;
- 59,4% cercare come fare le cose, e ho come l’impressione che la SEO c’entri qualcosa;
- 56,9% trovare ispirazione e nuove idee, SEO e blog dice niente?
- 56,5% cercare posti, vacanze, viaggi, direi che tutto ciò che ha a che fare con la parola ricerca ha a che fare con la SEO.
E dove le cerchiamo tutte queste informazioni? Ci arrivano in aiuto SEMrush con Similarweb in questo report, ma voglio anticiparvelo, una sorpresona direi, perché al primo posto c’è sempre Google!
Per quanto riguarda le nostre ricerche, un po’ mi viene da piangere, perché diciamo che ci interessa sapere tutto sul meteo, traduciamo la qualunque e siamo presissimi dal calcio. Mi viene da piangere perché ho qualche anno di statistiche alle spalle e siamo ancora messi così.
Brand e SEO: siamo una bella coppia
Ebbene sì, in Italia si scoprono i Brand ancora dal buon vecchio motore di ricerca che, visti i risultati sopra riportati, per ora è ancora Google.
E se sommiamo la percentuale di utenti che utilizza il motore di ricerca con tutto ciò che ha a che fare con i siti web, possiamo serenamente affermare che essere ben posizionati e, quindi, essere SEO lanciati, dovrebbe essere una priorità.
Per continuare con le statistiche SEO e i clic
Mi piace moltissimo leggere la qualunque di Brian Dean, di
Backlinko, per un sacco di buoni motivi tra cui la semplicità di espressione che può essere di supporto non solo a noi addetti ai lavori ma, anche, a chi in Azienda deve capirne qualcosa di digital per affrontare i preventivi strampalati che si ritroverà di fronte.
Lo studio è interessante perché basato su 4 milioni di risultati di ricerca, con ben 1.312.881 dati del CTR (i clic che ci interessa gli utenti facciano al nostro sito web) e 12.166.560 di ricerche effettuate e direi recente, fine dello scorso anno. Sono sempre tendenze sia chiaro, ma direi che possiamo fidarci di ciò che vi racconterò a breve.
- Il CTR medio è del 27,6% per il primo risultato di ricerca (su 100 persone, 27 cliccano il primo risultato)
- Gli URL che contengono termini simili a una keyword hanno il 45% di possibilità in più di essere cliccati (guardate le URL del vostro sito, se avete cose tipo www.ciaochebello.it/chi-siamo o www.ciaochebello.it/5423-categoria-prodotto, godete solo la metà)
- I primi 3 risultati di ricerca continuano ad essere i migliori, portano a casa ben il 54,4% di clic (e questo senza una strategia SEO non si ottiene garantito)
Interessantissimo il dato che ci dice quanto aumenta la percentuale di clic sul risultato, se saliamo di una posizione.
Ora, tutto ciò che ho riportato sopra, secondo me, ha un sapore differente se ci prendiamo un dato stupendo (Demandsage, 2023).
I lead generati dalla SEO hanno un tasso di chiusura del 15%, le aziende con un blog hanno il 55% in più di traffico di chi non ce l’ha.
Del resto si chiamerà “ricerca intenzionale” per qualcosa, chi cerca organicamente, ovviamente a seconda del momento del customer journey in cui si trova, è decisamente intenzionato a compiere delle azioni: non è bombardato da pubblicità, sta agendo direttamente senza essere tirato per la giacchetta.
E, per chiudere in bellezza con una ricerca di
Marketing Insider Group che ChatGPT ne deve mangiare di pasta e fagioli per produrre un contenuto simile, vi lascio con i dati di Conversion Rate, quel bellissimo valore che ci dice quante persone hanno comprato, scaricato un ebook, lasciato la propria mail rispetto al canale digital.
Non so se si legge chiaro ma la
ricerca organica, accanto alle letterine online che mandiamo e a un buon piano social organico, è decisamente tanta roba ancora.
Ciò non significa che dobbiamo buttare la pubblicità dalla finestra, ciò significa che dovremmo ottimizzare il nostro
budget su Google perché si dia spazio al canale organico sapendo che il ritorno di investimento è più lungo ma si vive anche di rendita una volta avviato bene il progetto.
Significa che potete tutti lanciarvi a spendere un tanto al chilo di contenuti per aumentare il vostro traffico organico, ma la conversione si porta a casa quando si utilizzano le AI con l’intelligenza umana, perché abbiamo decisamente immesso nel web una botta di spazzatura, difficilmente navigabile, che ci rende una massa di mediocri senza nessun valore aggiunto.
Significa che vi fate mostrare i risultati ottenuti su altri siti web, sapendo che il gioco è duro, prima di firmare una proposta commerciale e ci date il tempo di portare a casa i risultati. Se vi diamo prova di aver lavorato bene per altri clienti, dicendovi come lo facciamo, cosa ci serve e quanto investire, dovete avere fede in noi.
Perché, alla fine, i dati sopra riportati parlano chiaro: vale ancora la pena di fare SEO, ma solo e soltanto se la si fa bene, si è pazienti e perseveranti e si evitano le scorciatoie.