Ieri, grazie al Prof. Andrea Alemanno che ogni anno mi invita a condividere le sfide e le evoluzioni del ruolo di SEO specialist, ho presentato un’immagine tratta dal sito di SEOZoom, simbolo tangibile delle mutevoli dinamiche dei motori di ricerca e, con essi, del mondo digitale.
In pochissimi anni, ho assistito a una trasformazione sorprendente. Spiegare ai clienti che le strategie vincenti dell’anno precedente potrebbero non essere più efficaci è diventato un compito impegnativo.
La consapevolezza che talvolta non è opportuno aggiungere nuove attività, ma piuttosto ottimizzare ciò che già esiste, rappresenta una chiave di volta nel nostro settore. Inoltre, dall’essere focalizzati su come ottenere il primo posto in SERP, dobbiamo ora considerare con maggiore attenzione come tenere e coccolare il pubblico che già abbiamo.
Nello scorso fine settimana, ho dedicato il tempo alla preparazione dell’intervento per la Masterclass del SEO&Love. Questo momento rappresenta per me un’opportunità di studio e approfondimento, durante il quale metto ordine nel materiale già consultato, navigo alla ricerca di esempi innovativi e mi immergo in nuovi articoli.
In questo contesto, ho ritrovato un dato prezioso che si rivela sempre utile nel mio lavoro quotidiano: l’importanza di incoraggiare i nostri clienti a esplorare nuove strade, a uscire dalla routine del web consolidato.
Inoltre, riflettendo sulle parole di Google e sul suo costante sforzo nel comprendere le dinamiche di ricerca, emerge un pensiero provocatorio: mentre Google si impegna in un continuo processo di sperimentazione e adattamento, molti di noi rimangono ancorati a approcci antiquati. La sfida è accettare il cambiamento e abbracciare le nuove prospettive. Che ne dite, ci diamo dentro?
Quante volte Google aggiorna i suoi algoritmi?
Google è noto per implementare con regolarità aggiornamenti ai suoi algoritmi di ricerca, talvolta anche più volte al mese. Nel corso del 2022, sono stati documentati almeno 15 di tali aggiornamenti, di cui 3 ritenuti di particolare rilevanza, come evidenziato da un’analisi condotta da Ranktracker. La frequenza degli aggiornamenti indica l’impegno costante di Google nel migliorare l’efficacia e la pertinenza dei risultati di ricerca, mantenendo al passo con l’evoluzione delle dinamiche online.
L’azienda di Mountain View ha adottato l’abitudine di comunicare apertamente gli aggiornamenti che hanno un impatto significativo sulla qualità delle ricerche effettuate dagli utenti. Questa scelta di trasparenza si riscontra soprattutto in relazione a cambiamenti importanti come quelli legati a BERT (Bidirectional Encoder Representations from Transformers), MUM (Multitask Unified Model) e Core Web Vitals, che influenzano direttamente l’esperienza degli utenti durante la navigazione online.
Com’è cambiato Google fino ad ora?
Google, il motore di ricerca più utilizzato al mondo, ha subito una serie di cambiamenti rivoluzionari. L’articolo del 28 settembre 2022, intitolato “Search On 2022: Search and explore information in new ways“, evidenzia la costante ricerca di perfezione dell’azienda. Vediamo i cambiamenti del motore di ricerca più significativi fino ad ora.
1. Google Lens
Google Lens rappresenta un affascinante connubio tra il mondo digitale e la vita reale, permettendoci di trasmettere qualsiasi informazione del nostro contesto a Google per ottenere una risposta immediata. Questa straordinaria funzionalità è accessibile attraverso la barra di ricerca dell’app di Google sui dispositivi mobili. Attraverso Google Lens, la vita al di fuori del mondo virtuale prende forma e importanza, evidenziando il suo reale impatto sulla nostra esistenza. La filosofia di Google Lens è chiara: cattura ciò che vedi, e noi ti forniremo la risposta, mostrandoti anche le opzioni disponibili nelle vicinanze.
Questo approccio mette in risalto l’importanza di avere siti web arricchiti da foto e video di alta qualità, lontani dalle immagini artefatte e modelli ritoccati. Inoltre, sottolinea l’importanza di una sinergia tra negozi fisici e piattaforme online, invitando a un allineamento tra il mondo offline e le esperienze virtuali.
L’era di Google Lens implica anche una competizione più accesa tra i content creator, dove la nitidezza delle immagini e la varietà di angolazioni possono fare la differenza. La sfida è allargata anche ai competitor, poiché non si tratta solo di vendere i propri prodotti, ma di emergere in un panorama digitale dove la qualità visiva gioca un ruolo chiave.
In un’epoca in cui si discute della pervasività del web nella nostra vita quotidiana, Google Lens suggerisce che il futuro ideale dovrebbe essere una continua interazione tra il mondo online e offline, incarnando il concetto di “onlife”.
2. Google abbatte le barriere linguistiche
Google si distingue nel superare le barriere linguistiche, un obiettivo che ha annunciato già da un po’ di tempo, soprattutto con l’introduzione di MUM, acronimo di Multitask Unified Model, oltre due anni fa, se la memoria non mi tradisce.
Questa iniziativa mira a garantire che la ricerca online non sia limitata dalla lingua, consentendo a chiunque di accedere alle informazioni più autorevoli, indipendentemente dalla propria lingua madre. Immaginate un giapponese desideroso di apprendere come preparare gli spaghetti all’Amatriciana: anziché affidarsi a traduzioni approssimative, Google si propone di fornire risultati provenienti dal miglior cuoco di Amatrice, rispettando la specificità culturale e gastronomica.
L’approccio di Google mira a elevare la qualità delle risposte fornite, sfidando la pratica diffusa di generare contenuti in modo quantitativo, spesso legati a tempi e compensazioni finanziarie. È un richiamo a una riflessione più profonda sulla qualità dell’informazione condivisa online.
Si sottolinea l’importanza di non limitarsi a una superficialità da “navigatore abile”, ma di comprendere anche il contesto e la validità delle fonti, al fine di offrire risultati più accurati e culturalmente sensibili. In questo modo, Google si pone come un alleato nella ricerca di informazioni autentiche, abbattendo le barriere linguistiche e promuovendo una connessione più significativa tra utenti globali e risorse digitali.
3. La qualità del contenuto al centro: i Content Creator
La qualità del contenuto è al centro della trasformazione nel mondo, come affermato chiaramente nel messaggio di Google che sottolinea l’importanza di rendere più semplice l’esplorazione di un argomento, evidenziando le informazioni più rilevanti e utili, comprese quelle fornite dai Content Creator.
Tuttavia, la realtà dei Content Creator è in evoluzione, richiedendo una riflessione critica sul modo in cui gestiamo e coinvolgiamo tali figure nel nostro ecosistema digitale. La pratica dei guest post da parte di Content Creator o l’adozione di strategie di coinvolgimento autentiche e sostenibili sono diventate cruciali. Non possiamo più accontentarci di scambi superficiali del tipo “ti pago con una carta d’acquisto di 70€ se mi fai una stories e un post su Facebook”. È il momento di abbracciare una visione più ampia, dove la collaborazione tra aziende e Content Creator diventa una componente essenziale per acquisire traffico organico da diverse fonti.
L’approccio innovativo si basa sulla consapevolezza che, per eccellere nella SERP dei motori di ricerca, non è sufficiente contare solo sulle proprie risorse interne. La strategia ora si spinge nell’open web, dove i Content Creator diventano alleati fondamentali. Non si tratta solo di occupare il primo posto con il proprio contenuto, ma di lavorare con persone che producono contenuti variegati e coinvolgenti, ampliando la portata e la visibilità.
Per i SEO Specialist, questa evoluzione potrebbe inizialmente apparire come un territorio sconosciuto, ma in realtà rappresenta un’opportunità di sinergia più ampia. La transizione dall’on-site all’open web può essere inizialmente faticosa, ma molte aziende stanno già abbracciando questo cambiamento con entusiasmo, offrendo spazio creativo e libertà ai content creator. Questo approccio dinamico si traduce in creator che partecipano alle presentazioni di prodotti, li esplorano, li raccontano attraverso il loro piano editoriale, dando vita a contenuti autentici che scintillano e si distinguono nella vastità del panorama digitale.
Come cambierà?
Partiamo da un assunto: dobbiamo fare pace con il fatto che Google si è lanciato alla grande nel ricordarci che vuole umanità, che i nostri siti web non servono al motore di ricerca ma a dare maggior supporto possibile a chi vuole conoscere, informarsi e, solo alla fine, acquistare.
Perché lo dico? La risposta è in questo video:
Google sta personalizzando sempre di più la nostra esperienza di ricerca e noi SEO specialist abbiamo il compito di supportare i nostri clienti nella comprensione di ciò che le persone vogliono davvero dal web, come dice Google stesso nell’articolo rilasciato per spiegare l’ultimo update di novembre:
“La ricerca ha sempre significato connettere la vastità della curiosità umana con l’incredibile distesa di saggezza umana che si trova sul web”.
1. Google rilascia il “Follow” direttamente in SERP
Parla di esperimento su app Google, su Chrome e Safari, su mobile negli Stati Uniti nelle prossime settimane e il significato di questo progetto è particolarmente interessante, funziona praticamente come Instagram: possiamo seguire le persone, ma possiamo seguire anche un argomento, che su IG è definito con un hashtag.
L’hashtag, alla fine, non è altro che una parola di ricerca che definisce perfettamente un argomento e che ti permette di isolare la conoscenza su ciò che davvero ti interessa. Ebbene, anche la pagina di ricerca avrà questa funzionalità.
Sarà portato in tutti i Country? Per me è un bel chissenefrega, a me interessa molto di più la filosofia che ci sta dietro.
Il mondo online straborda di informazioni, ricercare ciò che ci serve è diventato più complesso, a volte ve lo dico io che ci vivo in SERP è pure frustrante perché i contenuti non hanno nulla di speciale, sono simili uno all’altro, specie nelle prime posizioni e questa è bella gatta da pelare. Se ci si stanca a cercare perché si ritiene di non avere risposte esaustive ma ridondanti, Google smetterebbe di essere il miglior motore di ricerca al mondo.
Sembra essere il tempo in cui Google supporta chi cerca nel gestire la vastità di informazioni andando a ridurre il numero di contenuti presenti provando a:
- restringere il campo dei risultati ai soli contenuti pertinenti all’argomento che si vuole conoscere ed esplorare precisamente;
- scegliere contenuti umani, originali, dettati da reale esperienza a prescindere da chi sono stati scritti (AI compresa);
- valorizzare l’esperienza umana con il feedback umano, così da evitare di avere palate di contenuti pensati per il motore di ricerca e non per chi vuole confronto: noi.
Come reagire ai cambiamenti del motore di ricerca
Lo stiamo già vedendo con l’avvento di GoogleSGE nella pagina di ricerca che ricordo essere già attivo in 120 Paesi, ahimè non sul mercato italiano, c’è la necessità di connettere gli umani con gli umani attraverso le macchine.
Per cui, se vogliamo che i nostri Brand, attenzione, non siti web abbiamo la loro fetta di community che acquista, dobbiamo lavorare ad un mix di:
- velocità e usabilità in casa nostra (sito web);
- originalità del contenuto che deve profumare di umano;
- esseri umani che lavorano dietro le informazioni.
E, nel frattempo, dobbiamo comprendere che non basta conoscere le parole con le quali viene cercato un prodotto o un servizio, perché la pagina di ricerca si tinge di social sempre di più: serve coinvolgere chi quel prodotto e servizio lo usa davvero e può fornire informazioni spettacolari, la propria opinione, la propria esperienza catalizzando le persone e facendone community.
Lo dice Google stesso parlando di Perspectives, a breve anche su Desktop pare:
Nelle prossime settimane, quando cerchi qualcosa che potrebbe trarre vantaggio dalle esperienze degli altri, potresti vedere un filtro Prospettive apparire nella parte superiore dei risultati di ricerca. Tocca il filtro e vedrai esclusivamente video, immagini e post scritti in formato lungo e breve che le persone hanno condiviso su forum di discussione, siti di domande e risposte e piattaforme di social media. Mostreremo anche maggiori dettagli sugli autori di questi contenuti, come il loro nome, la foto del profilo o informazioni sulla popolarità dei loro contenuti.
Non ho la certezza di ciò che affermo, del resto, non vivo in Google ma lavoro per lui indirettamente da troppi anni per non soffermarmi a pensare cosa ci sia dentro ad ogni aggiornamento, update, sperimentazione, evoluzione.
Ma, per non saper né leggere né scrivere, consiglio a tutti noi di farci una scorpacciata di Content Creator, capirne le sfumature, il loro carisma, il trasporto che il pubblico ha nei confronti di queste persone e fare del proprio Brand, non più solo del proprio sito web, un luogo ricco di persone che hanno esperienza, autorevolezza, affidabilità e conoscenza della materia per uscire dal brutto guaio in cui ci siamo infognati per fregare gli algoritmi ed essere primi sul motore di ricerca: mediocrità ridondante senza fine.