chi sono i content creator

Chi sono i content creator?

Mi sono guardata tutte le ricerche che si fanno online sul topic “Content Creator” da SEOzoom e poi ho letto i primi articoli sul tema, infine, ho pensato alle persone che, per prima seguo online e per le quali soffro. Già. Perché alla domanda “Chi sono i content Creator” io ho un’unica immensa risposta: coloro che hanno deciso di usare i social per comunicare ma non hanno un sito web, una loro casa, in cui inserire la miriade di contenuti che hanno per poter essere trovati, vissuti e generare business anche attraverso il motore di ricerca. Qualunque esso sia, Google gode di ottima salute ora, ma chi lo sa. Ciò che però sappiamo è che il sito web è fisicamente in un server, è tuo, e se domani Instagram e TikTok chiudessero, il contenuto è ancora tuo.

Per cui, oggi, parlo a tutti i veri Content Creator, anzi parlo ai miei preferiti attualmente, ai quali sono parecchio affezionata, partendo da un dato importante che proviene da WeAreSocial: i motori di ricerca sono ancora i mezzi più utilizzati per approfondire la conoscenza dei brand con il 59,1% mentre, i social network, sono al 32,9%.

Certo, i Brand si affidano alla diffusione della loro proposta di valore attraverso i Content Creator, ci mancherebbe, ma affidano i loro contenuti alle piattaforme social, contenuti effimeri che lasciano davvero il tempo che trovano perché: se sono stories in 24 ore ce le dimentichiamo, se son video saranno persi nei meandri degli altri millemila video e, quando è ora di cercarli online per comprare o quando si clicca un link da uno di questi contenuti si atterra in siti web che, spesso, non sono pensati per il pubblico, sono uno dei tanti siti con tanti prodotti da comprare senza ci sia una narrazione interessante che ci renda community e Brand Ambassador, non solo portafogli da svuotare. Brutta eh? Eppure non sono distante dalla realtà.

E così i Content Creator portano a conoscere un Brand ma, poi, di loro su Google c’è poco o niente, quando essi stessi sono un Brand e hanno già dei contenuti che possono semplicemente diventare articoli interessanti tra recensioni e tutorial, crescendo ancor di più la loro popolarità, dando contenuti utili alla community e, non da meno, generando traffico che ai Brand dovrebbe importare più di un like sotto un post.

Chi sono i Content Creator? Profili social

Esattamente così, i Content Creator sono profili social che vivono in una piattaforma di proprietà altrui, che non hanno nulla di proprio, per lo più, per essere contattati e che, se li cerchi su Google non appaiono nemmeno per il loro nome. Sì, certo, appaiono i loro profili social. L’ho detto che non sono loro i profili e che siamo tutti in subaffitto di spazi altrui che possono finire da un giorno all’altro?

Qualche giorno fa ero con mia figlia su YouTube a conoscere nuovi content creator per me. Non conosco assolutamente tutti e, quindi, spesso per tenermi informata vado alla fonte: i 13enni. È così che sono venuta a conoscenza della nostra Grace On your Dash che con i suoi 750.000 iscritti su YouTube e milioni di visualizzazioni, 404.000 follower su Instagram (ma ciò che conta sono le visualizzazione dei post o reel con punte di 150.000 views e oltre) e un engagement decisamente pazzesco, ha un sito web la cui home page, come potete vedere qui sotto, ha articoli decisamente datati. Ma, non solo, non ha nemmeno l’icona di youtube in bella mostra in alto per dire.

All’interno degli articoli, il vuoto cosmico, non c’è testo e sarebbero tutte perfette query informazionali alle quali rispondere e sono certa avrebbero potuto avere bei posizionamenti nella pagina di ricerca e, ora, con l’importanza sempre maggiore di trovare l’umanità nell’artifizio a palate, avrebbe sicuramente avuto belle possibilità di crescere un’altra fonte di traffico redditizio.

Un peccato, il classico sito web lasciato a se stesso, quando persone come lei, se negli anni avessero mantenuto attivo il proprio sito avrebbero un luogo sicuro, che può essere letto da qualsiasi browser del mondo, i cui contenuti potevano portare a nuove fonti di monetizzazione e non venivano lasciati nel dimenticatoio effimero dei social, andando a crescere il proprio pubblico e portando un reale beneficio in termini di business alla simpatica Loretta Grace.

Chi sono i content creator allora? Persone che lasciano alle piattaforme che non sono di loro proprietà la loro economia. Perché, attenzione, c’è una bella differenza da persone che si occupano di cinema, teatro, televisione, radio e musica e poi hanno anche il loro profilo social. La loro è un’altra professione. Non sono dei content creator che esistono solo perché il web esiste, esisterebbero ugualmente.

Mi infervoro sempre tantissimo all’idea che “chi ha il pane non ha i denti, chi ha i denti non ha il pane“. Com’è possibile che, in tutti questi anni, i content creator non abbiano capito l’importanza di non abbandonare la loro vera proprietà, il sito web, e non abbiano investito per mantenerlo aggiornato, completo, ricco di pubblicità da vendere, ripieno di call to action per il proprio pubblico e la crescita dello stesso?

Chi sono i Content Creator? Persone come noi

I content creator sono persone, davvero, “come noi” perché, se non lo fossero, non ci sarebbe questo immenso trasporto nei loro confronti. E certo, sono meravigliosi nel proporre i loro contenuti, sanno di quello di cui parlano, vivono di ciò che propongono, crescono i loro profili social stimolati dalla crescita delle visualizzazioni e dei follower, fantastico. Ed è qui che vorrei che si dotassero tutti di un’agenzia web o di un consulente digital per delineare il proprio percorso, valutare e misurare le azioni svolte per rendere efficace, redditizio e sostenibile nel tempo ogni progetto.

Continuo a pensare, banalmente, che già ora con l’intelligenza artificiale è possibile partire da un reel e crearne:

  • post di blog
  • podcast
  • newsletter
  • carousel
  • post singolo
  • immagini
  • video

il tutto partendo da un contenuto originale, quello del content creator, che sprizza EEAT (Esperienza Competenza Autorevolezza Affidabilità) da tutti i pori. Quanto potrebbe essere più veloce la produzione di contenuti senza perderne assolutamente la veracità?

E, ancora, potendo lavorare al proprio sito web con queste modalità, sarebbe possibile poter creare, con le Aziende che fanno vivere i content creator, dei progetti più solidi, che non durano il tempo effimero della visualizzazione di un video su Tik Tok o un post su Instagram, vi torna?

Prendiamo per esempio la mia amata Artitude cioè Evelina Silvestroni, di cui ho parlato all’ultimo SMAU, proprio per raccontarne la potenza social ma l’assenza sui motori di ricerca.

Se non la seguite andate a farlo perché l’arte raccontata da Evelina è poesia. Ma detto questo, è una persona che sta crescendo molto bene, ha dei contenuti di spessore, di mestiere non è solo content creator ma social media manager per luoghi d’arte importanti nei dintorni di Roma quindi sa, assolutamente, utilizzare con dimestichezza questi canali anche per se stessa, cosa potrebbe fare? Crescere la propria EEAT per poter diventare un punto di riferimento al di fuori di Instagram.

Dovrebbe farlo su ogni canale? No, assolutamente non sarebbe economico.

Mi aspetterei, assolutamente, un sito web con i propri contenuti, dapprima caricati su YouTube, poi embeddati sugli articoli di blog, che diano il LA a contenuti decisamente ricchi di esperienza e competenza, assolutamente affidabili, la cui autorevolezza è già data dal pubblico che ora la segue e che potrebbe essere rinforzata da link naturali di chi trova speciale (e sono certa sarebbe così) l’articolo.

Ogni argomento che Evelina tratta è già un search intent, basterebbe una persona come me a dirigere il piano editoriale perché abbia una struttura on page a prova di SERP e mi gioco la mano sinistra (quella con cui scrivo) che il sito web inizierebbe ad accumulare nuovo traffico, ne beneficerebbe anche il profilo instagram, le collaborazioni aumenterebbero e così il prezzo di listino della nostra Evelina.

Accanto al sito web poi, io andrei ad associarci altri due canali di conversione spaziali:

  • la newsletter, per coccolare la propria community, tenerla stretta stretta, generare movimento attorno ai progetti (es. collaborazione con un Museo, maggiore vendita di biglietti se la community è fidelizzata, torna?)
  • profilo LinkedIn, con un piano editoriale totalmente differente, per arrivare a coloro che si occupano di arte e cultura in Italia e dare consigli e ispirazione per la promozione del turismo culturale italiano. Al fine di essere contattati per nuove collaborazioni, docenze e corsi a supporto dell’attività di content creator che vadano a differenziare anche l’offerta.

Naturalmente, stiamo vedendo un potenziale profilo che sarebbe perfetto per Google, sul quale andrebbe fatta analisi accurata per valutare le diverse opportunità di business dietro un content creator, non sarebbero le uniche, non sono certo easy in due righe e c’è necessità di business plan per valutare gli step e la sostenibilità.

Per cui, alla fine chi sono i Content Creator?

Per me, assolutamente talenti preziosi che hanno sacrificato la loro esistenza per poter vivere di ciò che amano fare e divulgare, non così edotti nelle discipline web e per cui, trovo doveroso, che si facciano accompagnare da persone che sanno supportarle nella crescita del loro business online perché sappiamo perfettamente quanti cambiamenti ci possono essere, sia di piattaforme che di tecnologie, quanto può farsi dura la competizione, quanto ci si possa stancare a fare la vita del content creator.

Già, perché dietro la bellezza di un reel, di un video su TikTok o di meravigliose stories mentre si visitano posti fantastici o si parla di prodotti incredibili, c’è una marea di lavoro che porta quei pochi minuti ad essere in auge per qualche giorno e poi puff!

Io trovo che i content creator siano un patrimonio inestimabile di valore, che siano il testimone che passa dalla realtà umana a quella online e che devono crescere rigogliosi e donarci costantemente contenuti incredibili.

Per farlo, però, spero presto si rendano conto che non possono e devono fare davvero tutto, che hanno necessità di farsi accompagnare nel loro business da chi il digital lo conosce perché vive facendo crescere il business online altrui.

Grazie alla mia bellissima realtà, condivisa con Salvatore Russo, con il quale abbiamo sviluppato gli eventi &Love, ho avuto l’opportunità di conoscere ed ascoltare la storia di Massimiliano Allievi, che puoi vedere nella foto di anteprima dell’articolo, commercialista che ha saputo avvolgere il pubblico parlando facile su TikTok, fino ad ottenere 2,5 milioni di mi piace, ben 326.000 follower. E poi via con Instagram e Youtube ma, intelligentemente con un sito web ricco di contenuti corredati di video del nostro Massimiliano e una super Academy per la formazione professionale dei commercialisti. In questo modo, non ha lasciato in mano tutto ai canali social, ma ha generato attorno a questa prima community un business redditizio e sostenibile.

Per cui, eccoci qui, spero i content creator prendano esempi da Massimiliano e mi contattino pure ASAP come dicono quelli bravi, perché sarei felicissima di trovare insieme il miglior modo di crescere e diventare partner di questa meravigliosa avventura!