La risposta questa volta la lascio dare direttamente a Ivano Di Biasi e alla sua SEOzoom. Già, perché nel magazine che mi ha regalato per Natale, ideato accanto a Salvatore Russo, il mio grande amico Brand Builder, ci sono meravigliose pagine che raccontano ciò che dobbiamo prendere in considerazione per avere una presenza online che porti business e come AI, SEO e content marketing diventino sempre più legati con un ma che spiegherò in questo articolo. Occhio che mi sono impegnata forte!!!
E partiamo subito con una verità che leggo proprio dal fantastico magazine che ho l’opportunità di sfogliare e leggere:
L’AI sta cambiando radicalmente il content marketing, le strategie multicanale e, inevitabilmente, la natura stessa del modo in cui i brand comunicano con le persone.
AI a supporto di SEO e multicanalità
Secondo SEOzoom, infatti, non possiamo più guardare alla SEO con i paraocchi, io poi a leggere così mi illumino di immenso visto che fin dai miei primi speech insistevo sulla necessità di andare oltre alla SERP e concentrarci su tutti i canali di comunicazione che rafforzavano la percezione del brand. E chi si occupa di SEO non può far finta che il caso non sia suo: più il brand cresce, più è facile scalare la vetta della pagina di ricerca. Punto.
E così, da SEOzoom ci dicono: la SEO è il prerequisito fondamentale di qualsiasi progetto online. Un sito web, un blog o un ecommerce devono innanzitutto parlare di lingua dei motori di ricerca per essere trovati dagli utenti. Oggi, però, il panorama online richiede un approccio ancora più completo. Per competere davvero, la SEO si integra con strategie che mettono al centro il valore del brand e ampliano la visibilità su canali diversi.
E ancora: non si tratta di scalare le SERP di Google, ma di costruire una rete di fiducia con il pubblico, adattando il messaggio a ogni canale, dai social media alle recensioni online.
Ecco, perché, per prima, in questi anni ho deciso di lavorare sempre al mio sito web e scegliere canali da presidiare che ritengo siano interessanti per i miei obiettivi di business che sono legati alla consulenza strategica e alla divulgazione in primis. Ed è anche ciò che continuo a consigliare ai clienti, per quanto il web sia cambiato le fonti di traffico sono ben definite da tantissimo tempo, possono cambiare i nomi dei social, vederne nascere e morire alcuni ma, alla fine, le basi imprescindibili, a mio avviso, restano:
- Sito web, curato e interessante con contenuti preziosi per il pubblico;
- Canali social qb, non si può essere ovunque e non si deve essere ovunque, definiti i propri obiettivi si lavora bene ai canali più importanti per il proprio business;
- Newsletter, solo se abbiamo contenuti esclusivi per la nostra community.
Le AI per la SEO, in questo caso, vanno utilizzate per mantenere un ritmo elevato di contenuti che abbiamo la miglior qualità possibile. Su SEOzoom abbiamo l’AI writer che ci aiuta proprio in tal senso, anch’io lo uso e mi supporta ad avere subito una traccia interessante da poter personalizzare con il mio tone of voice e, quando lo uso per i progetti dei clienti, con il loro tone of voice. E non solo, si recupera tempo per aggiungere esempi, aneddoti, immagini e video che vanno ad arricchire il contenuto e lo rendono unico.
Per esperienza, 1.500 parole, fino a poco tempo fa, si scrivevano in 3 ore, ora in 30 secondi si ha un testo già ben organizzato e la successiva ora e mezza serve per creare la bellezza dell’unicità di un contenuto: il nostro know how. Per cui, comunque, si arriva a risparmiare il 50% del tempo, almeno.
AI per il Content Marketing: dai social ai podcast è tutto contenuto
Ebbene sì, lo leggiamo proprio qui sopra e SEOzoom vanta qualche bel dato sul quale fare statistica. Oltre il 38% delle ricerche su Google include contenuti provenienti dai social. Non potevo che scrivere “standing ovation for you” alla lettura delle seguenti parole:
continuare a fare solo la “vecchia” SEO è limitante per le ambizioni di visibilità.
Ne parlavo pochissimo tempo fa, vedendo la SERP di questo periodo, su LinkedIn di come i contenuti social siano sempre più presenti, ben visibili e assolutamente in linea con le ricerche effettuate. Al punto che mi sono detta da sola: ma te che sai come farti trovare quand’è che ti metti in testa di scrivere e preparare contenuti sui social SEO oriented?
Per cui che cosa possiamo fare. Io vi dico come sto lavorando con SEOzoom:
- Trovo opportunità su intenti di ricerca meno competitivi con l’Opportunity Finder, così da valutare ciò che non è ancora presidiato dai Big e partire da lì
- Valutare gli argomenti che i big trattano comunque per pensare a contenuti per i social e le newsletter prima del blog
- Scrivere i contenuti con AI writer in prima battuta
- Lasciare alla mia Digital Project Manager, Stefania Pompigna, tutta la parte di gestione del contenuto per i canali social, che sia reel, carousel o post
In questo modo, mi muovo sia sugli argomenti più competitivi che su quelli ancora poco presidiati, ma su canali diversi e con tipologie di contenuto diverse. Per me, questo significa usare le AI per il content marketing: partire dagli intenti di ricerca e crearmi tutto il contenuto necessario per il mio business.
Tutto questo vale anche per i podcast che prendono sempre più piede e ne parla anche SEOzoom nel suo magazine e la coppia AI e content marketing è sempre al top, del resto ricordiamoci che da un contenuto originale possiamo declinare differenti formati e rafforzare la nostra EEAT (Esperienza Competenza Autorevolezza Affidabilità) di cui Google è palesemente ghiotto. E ora ci arriviamo. Attenzione: se Google spinge su un concetto, racconta e divulga costantemente informazioni riguardanti l’importanza di avere un brand a prova di EEAT, è il caso di ascoltarlo davvero.
Se vogliamo anche usare il buonsenso, facciamoci caso: quanto ci fidiamo del nostro Content Creator preferito seguito su Instagram e quanto ci fidiamo di un Brand senza volto, senza percezione di umano dietro la grafica, senza prova tangibile che dimostri l’esperienza e la competenza sull’argomento?
Per me è sempre stato un momento di grande orgoglio da una parte e di grande responsabilità dall’altra, perché quando mi chiamano per dirmi “vogliamo te a seguire la nostra attività però” da una parte sono lusingata, dall’altra sono preoccupata perché parte immediatamente la domanda “e se non gli porto i risultati che si aspettano?“.
È così, non si può fare altrimenti: quando si arriva a divulgare costantemente, ad avere una EEAT interessante, le persone ci cercano e ci vogliono. Vale anche online, vale anche sulla pagina di ricerca e vale sia che si offra consulenza e formazione SEO come me, che se si vendono quadernini A3. Quando il nostro pubblico dice “voglio te” allora abbiamo vinto tutto.
AI per SEO e Content Marketing alla ricerca della EEAT del Brand
Sempre dal Magazine e, anche, ricordando l’entusiasmante speech di Ivano Di Biasi sull’effetto 45,46% “le SERP sembrano “congelate” con una barriera quasi insormontabile per i brand più piccoli. L’analisi con il Traffic Share di SEOzoom lo rende ancora più chiaro […] il sito che si posiziona al primo posto su Google conquista mediamente il 45,46% di tutto il traffico generato dal correlato gruppo di keyword.“
Insomma, pare proprio che Google, per non saper né leggere né scrivere, vada di economia ed ecologia, come il nostro cervello: se si è guadagnato la prima posizione è perché è EEAT Master&Commander e, visto che nel tempo, si è guadagnato quel trono con contenuti che dimostrano esperienza e competenza, sono affidabili e autorevoli, lo lascio lì che, almeno, in prima posizione siamo certi di non avere brutte sorprese.
Quindi? Che si fa? Si va tutti a casa? Noooooooooo!!! Lavoriamo con l’idea di coprire con i nostri contenuti che possono essere altrettanto di valore, quantomeno per esperienza e competenza, le mancanze sull’affidabilità e autorevolezza che proviene da chi ci misura: il nostro pubblico. Ecco perché AI, SEO e content marketing sono la triade perfetta:
- con le AI guadagniamo tempo per attività che tutti possono svolgere e non ci rendono unici, ma ci mette nelle condizioni di
- applicare i principi della SEO per essere sempre sull’onda di ciò che il pubblico vuole, cerca, brama e che portiamo a noi
- attraverso il content marketing, che sia sul sito web, sui social o in un podcast arriviamo dritti al cuore delle persone che ci riconosceranno affidabilità e autorevolezza.
Ed ecco che leggiamo dal magazine: per rafforzare l’EEAT, interagisci più attivamente sui social media rispondendo ai feedback del tuo pubblico. Presidia ogni canale digitale dove il tuo brand ha impatto, e migliora la percezione di qualità. Cura la reputazione attraverso contenuti utili, recensioni genuinamente positive e collaborazioni strategiche con fonti autorevoli.
Per poter fare tutto questo, da una parte si possono sempre utilizzare le AI, automatizzando alcuni processi, dall’altra però serve tanta empatia e calore umano perché il nostro pubblico va trattato non bene, benissimo, dobbiamo coccolarlo senza mai stancarci, dobbiamo ascoltarlo, dobbiamo essere rispettosi del tempo e i soldi che spende per noi.
Un ultimo consiglio, vedere sopra cosa ho sottolineato, Google non dice che le AI non devono essere utilizzate, Google sta dicendo semplicemente di utilizzare esseri umani ad avvalorare i contenuti presenti nei nostri canali di comunicazione oltre a ricordare che possiamo usare le AI quanto ci pare ma se poi non siamo pronti ad essere trasparenti e al servizio del nostro pubblico, non possiamo pretendere di splendere. Per cui, per esempio, avete un sito web che parla di arredamento? Cercate online persone esperte del settore, chiedete loro di firmare un contenuto per esempio, o embeddate nel sito web un suo video creato per il vostro contenuto.
E, soprattutto, pensate ad avere in Azienda dei Brand Ambassador che firmino articoli, parlino di voi sui social, ci mettano la faccia, basta aver paura di farseli scappare perché diventano appetibili per i competitor: se le persone valgono, esistono molti modi per tenerle con sé e non perderle, spesso non è nemmeno questione di soldi, credetemi, ma di progetto.
MA le AI, la SEO e il Content Marketing senza amore…
… non servono a nulla. Lo sappiamo benissimo che abbiamo a che fare con Amazon che dice esclusivamente “il mio obiettivo è far spendere meno e arrivare prima” e così addio a tutta la bellezza descritta finora. Io, però, resto un’inguaribile romantica, lo sono dalla testa ai piedi e sono convinta perché ho le rughe, tanti anni di esperienza alle spalle, tanti brand cresciuti, tante persone formate, che solo i Brand che fanno sentire il loro spassionato amore per il proprio pubblico, per coloro che riempiono i carrelli e tornano a riacquistare, avranno la meglio da ora in poi.
Mi spiace che l’acronimo non sia EEALT dove la L sta per Love. Dovrebbe essere proprio così, tutti noi vogliamo essere conquistati, lo vogliamo giorno per giorno, non ci basta una volta e tanti saluti a casa e, invece, il vizio delle Aziende è pensare ad avere tanto traffico così, in percentuale, le vendite arrivano. Io non sono più d’accordo, continuo a credere che i Brand vincenti sono quelli come la Apple per me:
- 15 anni con la mela addosso: 4 Mac Air Book, 5 iPhone, 1 iPod, 1 iPad, 1 Apple Watch;
- se mi si chiede “ma perché spendi tutti questi soldi” la mia risposta è sempre la stessa “la facilità di utilizzo di apple è la mia serenità“;
- alla più piccola ho preso un Mac Air Book, usa i miei vecchi iPhone, ha l’iPad perché, per me, è una certezza;
- quando mi si chiede consiglio non titubo e sono la loro più grande sostenitrice.
Questo dovremmo volere dal nostro pubblico, questo dovremmo pensare tutto il giorno ora che le AI ci stanno lasciando il tempo di stringere le persone davvero. Sappiate che ogni evento offline ha delle meravigliose ripercussioni online, per la EEAT e, di conseguenza, per il brand. Lasciamo le scrivanie e organizziamo momenti di confronto con il pubblico, regaliamo eventi di divulgazione legati al nostro prodotto/servizio, mandiamo una rivista come quella di cui vi ho parlato in questo articolo a casa, che sa di impegno, sudore e voglia di arrivare dritti al cuore. Davvero, torniamo a pensare alle botteghe in cui andavamo da piccoli, quando si sceglieva una cartoleria piuttosto di un’altra da come eravamo trattati una volta varcata la soglia, quello è il Brand.
E allora AI, SEO e content marketing saranno la vera triade della bellezza online mentre ci preoccuperemo tutti di stringere più mani offline, di raccogliere attorno a noi la nostra community, di curarla perché non finisca nelle braccia di un competitor, proprio come si fa quando si ama una persona e la si vuole accanto per il resto della vita.