Il primo elemento per fare networking è eliminare la sensazione di vergogna, perché perdiamo occasioni.
Fino a 10 anni, portavo i capelli davanti la faccia per paura mi si vedesse, a 26 anni il mio Direttore Generale che era un mago del palco cercava di convincermi a parlare in pubblico con scarso successo (eppure cantavo alle 5.00 del mattino per i ragazzi delle vasche di decapaggio, dopo aver passato la notte sul web), a 44 anni sono quella che in coda nei bagni si gira, allunga la mano, si presenta e fa networking.
Perché si possono fare affari ovunque, si possono tessere reti interessanti in ogni luogo e non c’è niente da fare, il web facilita l’avvicinamento ma “l’empatia scatta da una stretta di mano”.
Non sono riuscita a fotografare tutte le persone che ho incontrato nei giorni di WMF, persone alle quali ho chiesto come andava, come la vedevano, quali eventi frequentare, dove ritrovarci nuovamente. Ma, anche, persone che stimo, dalle quali ho imparato, amiche sul serio (in copertina pezzo di cuore) e amici incredibili. Se non abbiamo ancora avuto occasione di stringerci la mano iscriviti alla mia newsletter vi aggiorno rispetto ai prossimi eventi a cui parteciperò!
Tornando a noi, se non avessi abbandonato la vergogna nel presentarmi, quella sensazione goffa che mi stava attorno quando ero in mezzo a troppe persone e la paura del giudizio, ora non mi godrei un network così bello e continue opportunità.
Come dico sempre: andiamo tutti al bagno allo stesso modo la mattina, non c’è nessuno che può intimidirci e le occasioni si presentano solo stando tra le persone, conoscendole, abbattendo la barriera della vergogna, partecipando ad eventi in presenza, senza se e senza ma.