Come funziona LinkedIn: il nuovo algoritmo

Come funziona LinkedIn: il nuovo algoritmo

Ho chiesto come funziona il nuovo algoritmo di LinkedIn al mio esperto di fiducia, Luca Bozzato.

Luca Bozzato è uno dei massimi esperti in Italia per le strategie di Employer Branding e Brand Comunication grazie a LinkedIn con un approccio davvero unico e volto al raggiungimento degli obiettivi decisi insieme. E guarda caso, è anche uno dei miei più grandi amici e lo è diventato, ormai 9 anni fa, parlando di LinkedIn e SEO uno seduto accanto all’altro.

Per cui, appena ho letto che LinkedIn, il luogo in cui coltivo la stragrande maggioranza dei miei contatti commerciali, stava modificando il suo algoritmo, ho subito chiesto informazioni da condividere con tutti voi.

Il nuovo algoritmo di LinkedIn spiegato da Luca Bozzato

Avviso, oggi luuuuuunghissimo contenuto, letto per voi: 12 minuti. 

Ma ricco, ricco e ancora ricco di consigli che amo, applico e mi portano un milione e fischia di impression/anno e il 44% stabile di richieste d’offerta generate.

Tempo di scrittura, a zero AI: 63 minuti. Premiatemi per l’impegno con una condivisione e una pacca sulla spalla. C’è tanta cura per voi… Siete stati il mio risveglio!

1. I vostri contatti su LinkedIn sono sempre più preziosi

Ecco cosa ci dice Luca in merito:

I contatti LinkedIn sono sempre più importanti, sopratutto quelli di primo livello.

Ora, non so voi ma io su LinkedIn ci lavoro con 3 obiettivi:

  1. creare relazioni importanti per
  2. vendere servizi digital, SEO e content marketing in primis
  3. e partecipare come esperta ad eventi, webinar, pubblicazioni per tornare al mio obiettivo numero 1 che porta poi al numero 2.

Per cui con Luca, ogni anno, studio il mio calendario editoriale, lo condivido con MeryGreiss, la Social Media Manager che mi supporta sugli altri social, e lavoriamo per ottenere ogni anno almeno:

  • un milione di impression su LinkedIn;
  • incremento del 20% di contatti “decisori” in Azienda;
  • crescita del 20% di richieste di offerta dai Social.

Questa è la mia demografia attuale, i miei primi contatti, e sapere che l’algoritmo di LinkedIn mostrerà ancor di più i miei contenuti a chi fa parte dei miei follower mi piace parecchio.

Demografia del pubblico LinkedIn

Luca, già 9 anni fa mi aveva dato regole rigorosissime sulla scelta dei collegamenti, una minuziosa cura del contatto, che per me è “fare commerciale“, oggi sono buona e le condivido con voi:

  • la tua rete è preziosa, non la condividi con tutti, ma solo con il pubblico che ti interessa conquistare e che, a sua volta, ha collegamenti interessanti, non accettare tutti i contatti;
  • prima di accettarli, vedi quanto sono attivi su LinkedIn, se postano, se commentano, se hanno un profilo curato, o non avrai grandi interazioni;
  • instaura un rapporto one to one, cura i messaggi di richiesta collegamento e quando ti viene richiesto fai altrettanto.

Volevo parlare ai decisori, ho 16.753 follower attualmente, se la matematica non mi inganna la mia rete è composta di 1.842 persone responsabili del portafoglio aziendale e se vado per seniority (dati da content creator messi a disposizione da LinkedIn) ho il 55% di follower che sono Senior, Manager, Director e Owner.

Questo significa che, se LinkedIn mostrerà molto di più ai nostri primi contatti e non sono quelli ai quali ci interessa farci conoscere, è il caso di fare una bella pulizia e darci dentro a creare collegamenti.

Senza utilizzare bot e non solo perché LinkedIn blocca il profilo ma perché le relazioni sono preziose, caspita, vanno curate personalmente!

2. Su LinkedIn, belli i gattini ma solo se lavorano e sono CEO di Azienda

Sempre dalla mia chat di whatsapp con Luca (vorrei 1 milionesimo della sua capacità di lavorare sul pensiero e le dinamiche umane, del resto è laureato in filosofia):

Contenuti lavorativi e legati al tuo business per LinkedIn

Insomma, LinkedIn è un social di relazioni di business, di contenuti informativi e didattici focalizzati al lavoro, balletti anche no, a meno che non siate étoile alla Scala di Milano e stiate cercando nuovi coreografi con i quali lavorare.

Anche qui, vi riporto il consiglio di Luca per il mio piano editoriale: condividi le tue esperienze personali, ma contestualizzate al tuo contesto lavorativo.

Nel mio caso, tutto ciò che riguarda la mia sensibilità verso le tematiche di genere, è più personale. Quando parlo degli eventi ai quali partecipo, dei rapporti con partner, clienti e fornitori è molto personale. Quando parlo di traffico organico e risultati che si possono ottenere, sono post puramente descrittivi, didattici e informativi.

Un esempio che amo moltissimo di piano ben riuscito, un mix accattivante di best practice manageriale e ispirazione da paura è #UnCaffèConAlessandro, di Alessandro Benetton che spero di conoscere personalmente e ci riuscirò:

Esempio di rubrica LinkedIn legata al business di Alessandro Benetton

3. Spaziali le AI, ma su LinkedIn si generano relazioni umane

Vi piacerebbe essere presi in giro da chi vuole fare affari con voi che usa a bombazza le AI per arrivare massivamente al pubblico? Io credo di no, e non lo vuole nemmeno LinkedIn.

Target e community LinkedIn

Per cui, premierà il nostro essere in carne ed ossa con tutti i nostri pregi e difetti perché, alla fine, arriviamo a chi vogliamo arrivare con il cuore e con la mente, ci si stringe la mano per suggellare un patto, ci si abbraccia quando si ottengono successi e lo sbadiglio è contagioso tra esseri umani.

Riprodurlo online non è facile e la regola di “un buon tacer non fu mai scritto” è importante anche qui su LinkedIn: usiamo delle riprove sociali classiche come il like, piuttosto che commentare senza portare valore a chi scrive e far vedere alla sua community che sappiamo mettere insieme pensieri e parole interessanti.

Anche qui, vi riporto i consigli di Luca per la mia attività di Personal Branding:

  • segui persone che hanno una community in target con il tuo business, pulendo il tuo feed, creati la tua bolla di contatti “crème de la crème“;
  • commenta portando valore a chi ha condiviso il contenuto;
  • non fare la ruota a casa degli altri, si capirà comunque la tua competenza ed esperienza attraverso un commento interessante.

4. Parole chiave e hashtag per definirci

Area di competenza in LinkedIn

Torniamo al primo punto: mettiamo a tacere la voglia di avere miliardi di follower se non sono in target con i nostri obiettivi. Usiamo le keyword (che parola meravigliosa per me) che ci servono per definire il nostro argomento e meno #hashtaguntantoalchilo. Sappiate che i post di LinkedIn in SERP sono decisamente presenti per tantissime query e, sinceramente, portare via traffico ai miei competitor tra risultati che portano al sito web e quelli che portano qui, lo trovo decisamente appetibile.

Fermo restando che, per me, il vero consulente da performance garantite è lungimirante, sempre oltre, creativo e pioniere nelle proprie strategie, alla domanda “Il nuovo algoritmo funzionerà?” la risposta è stata:

Algoritmo di LinkedIn

Lui dice da almeno 3 anni, a me sono 9 anni che controlla io applichi pedissequamente tutto quello che avete letto qui sopra e oltre. Ma ve l’ho detto all’inizio: funziona alla grandissima.

Grazie di avermi seguito fino a qui, queste #chiacchieredigitali sono state impegnative credetemi. È che adoro LinkedIn, quello che mi ha dato in questi anni e voglio vederlo ancora una grandissima fonte di ricchezza.