Stefano Chiarazzo lo conosco da tempo perché lo seguo su LinkedIn e mi godo i suoi contenuti, così appena ho potuto (mi vengono regalati tantissimi libri e non mi stanco mai di leggerli) ho chiesto alla Casa Editrice di poter leggere il libro con la voglia di valutare se valeva o meno la pena di recensirlo. Egggià, sono una che recensisce solo quello che le è piaciuto e che ritiene utile per se stessa e per tutti coloro che vogliono approcciarsi alla comunicazione online da una parte o già ci lavorano e vogliono crescere.
Ricordiamoci che leggere libri è fondamentale per arricchire le proprie competenze anche se abbiamo un sacco di materiale online e le AI fanno parte del lavoro al posto nostro (è stato più forte di me, lo so che tanto la si usa anche troppo per nulla). Perché leggere qualcosa di cartaceo? Per me è il modo migliore di afferrare i concetti, farli miei e portarli nel lavoro di tutti i giorni. Con Business Content Creator, sono certa che potrete avere una bella road map da seguire per incrementare il valore dei vostri contenuti ed arrivare a chi volete arrivare.
Stefano Chiarazzo è decisamente didattico e questo facilita sia la comprensione del libro che le azioni da compiere seguendolo. Già, vi consiglio di provare a metterlo in pratica, passo dopo passo, per dare una forma interessante alla vostra produzione di contenuti senza perdervi.
Dico sempre che le Aziende hanno un potenziale narrativo pazzesco ma che, ancora, non credono nella forza della divulgazione se non quella tristissima e noiosissima trita e ritrita pubblicità. È tempo davvero di evolversi e pensare ad abbracciare chi vogliamo acquisti i nostri prodotti e servizi, perché tutto il resto è noia ripetuta per tutti i brand nei secoli dei secoli.
Anche perché, diciamocelo chiaro, questa cosa delle AI è scappata di mano e, se fino all’anno scorso ogni contenuto era simile, ora è decisamente identico. Pensate che vantaggio potreste avere nel distinguervi dalla massa, proprio come mucca viola insegna.
Business Content Creator, perché leggerlo?
Qualcosa l’ho già dichiarata sopra ma ora entro nello specifico, sennò che recensione può essere?
Primo, non c’è una parola di troppo, ogni parola concorre alla comprensione di ciò che si deve fare per diffondere contenuti utili allo sviluppo del business della vostra attività. Va benone anche per freelance che vogliono farsi conoscere online.
Secondo, si viene accompagnati per manina, partendo da un capitolo doveroso e corposo legato all’analisi che serve per generare la strategia, l’ho apprezzato davvero tanto, perché siamo ormai abituati a credere che siano le cose veloci quelle che premiano e, invece, sono solo gli strumenti che sono diventati veloci, ma non la cura che dobbiamo mettere sulla pianificazione. Per cui, questo libro è approvatissimo, perché aiuta concretamente a comprendere ciò che serve fare per avere contenuti che diano un vantaggio competitivo non indifferente: l’attenzione al pubblico che li leggerà.
Terzo, i casi studio: già perché se non ci sono prove tangibili della veridicità delle informazioni che contiene non vale nulla. Tutti bravi a dire come fare, meno a farlo e farlo funzionare. Le aziende che vengono menzionate e raccontate nel libro hanno messo davvero in pratica i consigli che Stefano Chiarazzo racconta. I miei preferiti sono sicuramente: Red Bull, Lavazza e Technogym. Ma, ehi, sono fantastici anche tutti gli altri: Unipol, Durex, TIM, Chiesi Group, Danone, Gentilini e RadioMediaset, Mattia Stanga.
Lasciarsi ispirare da chi lavora bene con i propri contenuti, secondo me, è fondamentale. Si impara dagli altri, si impara dai migliori, si impara da chi ha voluto scommettere su ciò che si è, su ciò che si vuole comunicare, sul pubblico che si vuole avvicinare.
Infine, la prefazione: pagine meravigliose di Alessandro Aquilio, non uno qualsiasi, ma il Content Manager Ingka Group IKEA. “La coerenza non solo cattura l’attenzione del pubblico ma, nel tempo, costruisce una fiducia robusta, distinguendo un’azienda o un individuo in un mare di informazioni più o meno superficiali. È la promessa mantenuta dietro ogni messaggio“. La promessa, quella che per prima mantengo da quando ho deciso di comunicare e divulgare. Sono coerente a me stessa, ai miei valori e ai miei obiettivi, voglio crescere la cultura digital in Italia, ancora così povera tolti i soliti noti, eppure ci sono Aziende fatte di persone così belle che non dovrebbe stare nell’ombra di contenuti creati in batteria per guadagnare qualche like o qualche follower in più.
E ancora “Le Aziende stanno affiancando al modello tradizionale di affidarsi esclusivamente alle terze parti, il portare in casa la produzione e la gestione creativa dei contenuti” che per me è un messaggio spaziale che mi permette di credere che le Aziende mi contatteranno per validare il loro modello comunicativo e non farlo, solo chi vive l’Azienda ha davvero il potere di rendere unico il proprio messaggio, ma va accompagnato.
E concludo con le parole di Alessandro, spaziali: “è necessaria una sempre maggior interazione con il pubblico che si intende raggiungere. Non è più l’Azienda che comunica al proprio target, ma è semmai la capacità di instaurare un dialogo tra le due parti a facilitare la trasmissione dei messaggi“. Cambia tutto, cambia l’effetto TV al quale siamo stati abituati per anni, guardare per comprare, invece di dialogare per avvicinarci a chi davvero vuole quel bene. Mi occupo ogni giorno di rendere più visibili possibile i contenuti sul motore di ricerca e, da un’anno a questa parte, suggerisco alle Aziende di aggiungere al contenuto del sito web la porta di ingresso del dialogo: i contenuti generati dagli utenti attraverso i canali social.
Ecco, io credo che la nuova era degli esperti SEO debba essere questa: persone capaci di dare alle Aziende il posizionamento migliore su Google perché comprendono il pubblico e ci dialogano, sui social, offrendo sempre informazioni imperdibili, uniche e peculiari. Abbiamo le AI per velocizzare parte del processo e liberare tempo, bene, quel tempo liberato passiamo con le nostre persone, quelle che vogliamo siano i nostri primi Brand Ambassador, quelle che condivideranno il nostro Brand attraverso UGC – User Generated Content. Lo racconto in uno di questi articoli del mio blog: Brand vs Content Creator.
E, naturalmente, volevo concludere la mia recensione del libro “Business Content Creator” di Stefano Chiarazzo regalandovi le parole dell’autore. Vere, pure, senza AI che tenga, come questo articolo, sono le mie mani veloci sulla tastiera a raccontare, è tutto vero, tutto mio, niente aiuto delle AI (che adoro e ringrazio per il tempo che mi fanno risparmiare in altri ambiti, permettendo di scrivere serena recensioni come questa).
Lo faccio per farmi conoscere, far conoscere il mio bagaglio culturale, continuare a parlare di digital, essere al servizio del mio pubblico e ritenermi capace di raccontare solo ciò che penso valga la pena, come questo lavoro di Stefano Chiarazzo.
L’intervista a Stefano Chiarazzo, autore del libro
Perché scrivere un libro che riprende dei concetti che, dopo anni e anni di comunicazione, dovremmo aver già recepito?
Perché, ahimè, riscontro ogni giorno che non sono ancora stati recepiti in tutte le aziende. Il contesto economico, sociale, mediale e tecnologico in continuo mutamento, poi, impatta costantemente sull’evoluzione della comunicazione. Ho provato a fornire un mio metodo pratico e aggiornato per provare a lavorare su più piani: culturale, strategico, organizzativo e operativo. Pensando all’oggi ma con un occhio ai possibili domani che ci aspettano.
Se dovessi regalare il tuo libro a un ruolo in un’Azienda, chi sceglieresti e perché?
Vendite, reputazione, employer branding. Oggi non esiste alcun dipartimento aziendale che non contribuisca più o meno direttamente alla produzione di contenuto. Non regalerei questo libro solo a chi si occupa di marketing, di corporate, di recruiting o di comunicazione interna: lo regalerei a tutti! Cambiano gli obiettivi e i pubblici, ma i media, le tecniche e persino i linguaggi sono spesso comuni. Solo lavorando in maniera integrata si fa il bene dell’azienda.
Quali sono le minacce e le sfide future per le PMI italiane nella comunicazione, secondo te? [Ti prego basta AI, penso ci sia tanto altro che prima delle AI dovrebbe interessarci]
In questo scenario in veloce e costante mutamento la concorrenza cresce di continuo, numericamente e, spesso, qualitativamente. Credo che chi gestisce una società di comunicazione debba continuamente sfidarsi, formarsi e sperimentare. Essere esperti e aggiornati su tutto è pressoché impossibile. Più sei piccolo, più è importante verticalizzare l’offerta, altrimenti fai fatica a livello di credibilità del posizionamento e di sostenibilità del business. Facendo rete con altre imprese complementari, poi, si può crescere insieme.
Me lo dai un consiglio per me e per la mia comunicazione, diretto e sincero, che non ho mai avuto paura di una critica costruttiva?
Posizionamento chiaro, costanza nella pubblicazione di contenuti (che ti invidio!) e grandi doti da networker. La tua comunicazione mi piace e cerente con ciò che funziona nel nostro settore: presenza, competenza e concretezza. Un suggerimento? Testerei le infografiche formative, sia di SEO for dummies che con dati e tips per i più esperti.
Hai delle date in cui è possibile venire a conoscere il tuo libro e conoscere il tuo lavoro?
Causa lockdown la promozione del libro precedente è stata quasi tutta online… stavolta ci sto prendendo gusto! Incontrare e confrontarsi fisicamente con tante persone nelle università, nelle business school, nelle aziende e agli eventi di settore è tutta un’altra musica. Dopo l’estate riprenderò con tante cose belle: Rome Future Week, Digital Innovation Days, Milano Digital Week e, soprattutto, ad un degli eventi che stai organizzando nel tuo Veneto!
Caro Stefano, ti aspetto! Con Moondo stiamo organizzando il Moondo Book Tour per portare gli autori in giro per l’Italia (e non solo, la stiamo pensando più in grande). La nostra prima tappa è andata benone: 100 iscritti e due autori spaziali. Potete leggerlo tra le righe del mio racconto della Presentazione del libro di Riccardo Scandellari e Sebastiano Zanolli a Padova, vogliamo continuare così!