Io lo chiamo “Il Piccolo Principe” del digital, perché per me, da sempre è il libro che annualmente leggo per trarre nuovi spunti e interpretazioni, così faccio con Empatia Digitale di Assunta Corbo. Gioco in casa, se vogliamo, perché Assunta è un’amica, una di quelle persone che, quando incontri nella vita, ringrazi perché è preziosa.
Casa Editrice Do It Human, decisamente una casa editrice che pensa a anima e cuore come fil rouge dei propri libri, Empatia Digitale è uno sguardo attento e profondo alla responsabilità che tutti dobbiamo mettere nella nostra comunicazione.
Ci sono millemila modi di scrivere una recensione di un libro, io voglio andare oltre e voglio raccontarvi Empatia Digitale per come l’ho vissuto io, da contributor, già perché al suo interno c’è anche un mio contributo, con delle parole bellissime per me, che sento mie ancora oggi. Ve l’ho detto è un libro che si legge ogni anno e l’unica cosa che potrà fare è darvi un altro punto di vista su come comunicare, condividere e vivere il mondo del web.
Perché Empatia Digitale va letto?
Un motivo su tutti: insegna a comunicare avendo responsabilità per la comunità che leggerà il nostro contenuto o ciò che abbiamo deciso di condividere di altrui.
Sembra banale e, invece, non lo è per niente, perché Assunta ci spiega perfettamente come la nostra mente elabora l’informazione e come si può essere assolutamente influenzati. Se non si ha cura di ciò che scriviamo, diciamo e condividiamo nel web, che siano i social o un blog come questo, il rischio è quello di fuorviare le persone, di portare in loro sensazioni negative, in un mondo che offre già tutta la gamma di brutture.
Assunta Corbo, oltre a scrivere, è la Founder del Constructive Network, Associazione con più di 200 giornalisti che si preoccupa di raccontare la notizia con etica e rispetto, evitando sensazionalismo, lavorando sulla soluzione del problema senza accanirsi sulla parte negativa della notizia, che è comoda per vendere giornali e far vedere telegiornali ma che continua a dare input tossici alla popolazione che non potrà che vivere malamente la propria vita.
Per cui, chi meglio di lei, può suggerire come comunicare per avvicinare le persone donando loro sensazioni costruttive, notizie di valore e informazioni utili a vivere una vita volta alla crescita di se stessi e alla collaborazione per una comunità proattiva e sostenibile?
Le parole di Assunta Corbo per il suo “Empatia Digitale”
Quando sento parlare Assunta trovo sempre immensa sintonia e mi aiuta a decidere come vivere questo mondo pubblicamente, il web per me è sempre fascino e opportunità ma, ammetto, che dopo più di 15 anni di vita dentro ogni pagina, profilo, blog, newsletter mi preoccupa l’assenza di empatia digitale che stiamo vivendo. E Assunta Corbo, lo dice chiaramente:
Cosa vogliamo farne di questi strumenti? Come vogliamo contribuire alla comunicazione digitale? In quale modo vogliamo partecipare al dibattito pubblico? Non sono domande semplici a cui pensare. Richiedono tempo, consapevolezza e tanti respiri profondi. Ma è sempre con la chiarezza delle proprie intenzioni che si riesce a costruire un percorso più autentico e al tempo stesso utile agli altri. Dove per autenticità intendo anche la capacità di raccontarci in modo onesto pur rispettando le opinioni altrui. Allo stesso tempo, possiamo offrire il nostro messaggio senza dimenticare che ognuno ha la sua storia.
Io ho deciso di vivere la mia vita da divulgatrice per il digital così come sono, quello che si vede è l’esatta Giulia di quel momento, ho deciso di mostrare la mia vulnerabilità ma senza mai piangermi addosso, ho distinto gli strumenti per mostrare differenti parti di me: la Giulia esperta di SEO che racconta news di Google, si permette di esprimere la propria opinione per dimostrare la propria esperienza ma, anche, Giulia versione “public speaker” impegnata sui palchi, nelle Università, nei webinar che parla alle persone perché imparino ad usare come si deve questo momento, fino alla Giulia nella sua vita normale per avvicinare persone simili, per empatia digitale, perché non voglio lavorare se non c’è reciproca affinità e stima.
Ecco, nel libro “Empatia Digitale”, puoi capire perfettamente quali delle tue parti di te vuoi comunicare, come dovresti farlo, perché ne devi avere cura e come le persone recepiranno le informazioni che lasci di te.
Per chi è adatto Empatia Digitale?
È davvero il classico libro che va bene “per tutti”, sia per imparare a capire come il mondo della parola e della comunicazione abbia un fortissimo ascendente su di noi, sia per imparare a lavorare in questo mondo.
Sicuramente, lo consiglierei ad ogni genitore che vede i propri figli con lo smartphone tra le mani.
Assolutamente, lo fornirei ad ogni Content Creator per dare gli strumenti necessari vista l’influenza che hanno sulle persone e, quindi, la responsabilità che ne viene.
Infine, lo distribuirei ad ogni giornalista che, almeno una volta nella vita, non ha resistito alla voglia di prenderci per la pancia, farci sentire poco al sicuro, terrorizzati e in balia di informazioni e notizie complesse, perché possa ricordarsi che è al servizio della comunità, che le sue parole possono essere lame e che abbiamo già un mondo faticoso nel quale vivere, non necessitiamo di ulteriore carico emotivo. Abbiamo bisogno di conoscere il brutto sempre con speranza qb, abbiamo bisogno di vedere costruzione dopo la distruzione. Abbiamo bisogno di credere in chi comunica, informa, forma e trasferisce.
Direi che Assunta Corbo con il suo Empatia Digitale lo insegna, ci fa riflettere e ci mette in ordine. Non è da perdere, è da tenere sempre con noi, rileggendone le pagine, ricordandosi perché abbiamo iniziato a comunicare. Buona lettura!