Sto ricevendo, settimana in settimana, più di un messaggio di copywriter e web writer disperatE [non a caso uso il plurale femminile] che sono state contattate dai propri clienti per disdire le commesse perché “i testi che li scrive ChatGpt”. Affrontiamo la situazione da ambo i lati.
AI e copy: il loro punto di vista
Le nostre colpe, mi ci metto anch’io, nonostante la mia personale battaglia con i clienti sul senso di un testo online.
Abbiamo viziato i nostri clienti a testi tristi e scarsi, spesso pagati un tanto al chilo, con persone alle quali non abbiamo dato manco una scheda tecnica per arrabattarsi a capire di che si parlasse. Abbiamo usato Content Factory a niente al chilo, con testi da rimaneggiare perché mancavano le doppie.
Abbiamo valorizzato ZERO quella che dovrebbe essere la voce per il nostro cliente, forza alzare le mani per dire quanti brief di progetto abbiamo portato a casa con tutto il materiale che ci serviva, quanti sopralluoghi nelle Aziende ci hanno visti partecipi, quante foto e video da paura abbiamo voluto per i nostri clienti.
Abbiamo “dimenticato” di dire ai nostri clienti che se non hanno delle figure interne capaci di esprimere e spiegare, devono pensare a fare il loro lavoro che non è scrivere contenuti. Spero che le AI non mi permettano, un domani, di autoripararmi l’aorta, credo ci sarà sempre un cardiochirurgo accompagnato a una AI. Non io.
AI e cliente: il loro punto di vista
Le colpe del cliente: ma davvero tenete così poco alla vostra voce da darla in pasto a un’intelligenza artificiale che non ha mai messo piede tra i vostri flussi di processo?
Davvero tenete così poco a noi che dobbiamo comprare da voi e vogliamo capire se fate al caso nostro o no, leggendo i vostri contenuti?
Davvero non ci avete visto il vero bene dell’AI, oltre al fatto che, attualmente, lasciare un testo as is da chatGPT è da sconsiderati, perché devono essere rimaneggiati per forza?
Caspita, ma ce ne frega far convertire i nostri siti web? Perché un testo non serve solo per essere primi su Google.
Un testo serve per coccolare le persone con notizie interessanti sulle nostre newsletter (invece di propinarci costantemente sconti e offerte che ne abbiamo piene le scatole).
Un testo serve per far conoscere chi c’è dietro al prodotto e servizio, il nostro Brand meraviglia.
Un testo può essere scritto con ChatGPT CERTO, ma ci deve essere una persona che ne valida il contenuto, che crea un gancio di empatia con chi legge, che persuada e parli con la voce del brand.
Smettiamola di dire che sostituiamo un copy con ChatGpt e per i copy smettiamola di essere sostituiti da ChatGpt.
Perché se da una parte è tristissimo che io non abbia cura del mio contenuto come cliente, è altrettanto triste che il nostro servizio è stato così scarso da essere paragonato a una macchina che impara da quello che c’è online.