Ogni mese penso per voi a come aumentare il traffico organico al sito web cercando di cogliere tra le sfumature e le tendenze del momento. Già perché ogni mese possiamo fare qualcosa che porti a crescere il pubblico. Dobbiamo essere in movimento, reattivi ai cambiamenti, rispettosi di chi cerca, e farci trovare sempre pronti ai cambiamenti repentini che il mercato digitale porta. Non c’è nulla di statico, nulla di fermo e bisogna vivere nel “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”.
Statistiche sul traffico organico a Febbraio
Partiamo dalle prime 3 fonti che sono andata a cercare per voi:
- La ricerca organica continua a essere la principale fonte di traffico per i siti web. In particolare, il 43% di tutto il traffico e-commerce proviene dalla ricerca organica su Google (150 SEO Statistics for 2025 (Verified SEO Facts Only) – SeoEaze Blog).
- Una significativa percentuale di attività online inizia con un motore di ricerca, con il 68% di tutte le attività online che iniziano da qui (130 SEO Statistics Every Marketer Must Know in 2025).
- I siti web che occupano la top 10 dei risultati di ricerca di Google hanno ora una densità di parole chiave inferiore del 50% rispetto a due anni fa, segnalando un cambiamento verso contenuti di maggiore qualità e meno focalizzati sulle parole chiave (130 SEO Statistics Every Marketer Must Know in 2025).
Vi ho lasciato i link così potete godervi qualche bel numero e, attenzione, sono statistiche per cui definiscono delle tendenze, possiamo crederci o meno, possono farci riflettere e ci permettono di pensare a quello che abbiamo fatto finora nei nostri siti web.
Se è vero che il motore di ricerca è ancora uno dei nostri importanti touch point per avere traffico organico al nostro sito web, allora è bene focalizzarci alla terza fonte: pensiamo meno alle parole chiave e pensiamo di più al contenuto che eroghiamo.
Il motivo? Per me è semplicissimo, sono anni che dico che online troviamo la scopiazzatura della qualunque e, dall’avvento delle AI, la cosa è diventata incontrollabile. Quante volte leggiamo dei contenuti nelle prime posizioni che non sono altro che la ripetizione imbellettata dei risultati che troviamo nella pagina di ricerca e ci chiediamo se troveremo mai un punto di vista che ci arricchisca davvero? Io, potrei utilizzare la parola “sempre”.
Non sono d’accordo sullo scrivere a cuor leggero, senza preoccuparci delle keyword, sono molto più propensa a capire cosa cercano le persone per scrivere un contenuto che risponda esattamente alla domanda che ognuno di noi pone al motore di ricerca. Verrà naturale scrivere un contenuto ricco di keyword utili a definire la risposta che l’utente vorrebbe trovare. Quindi, per aumentare il traffico organico del sito web è necessario ricercare cosa l’utente cerca e rispondere nella maniera più precisa possibile.
Ottimizzazione dei contenuti esistenti
Esattamente, il consiglio di febbraio è proprio questo: andate a prendere i vostri contenuti esistenti e aggiornateli utilizzando strumenti come SEOzoom per esempio, partendo da quelli che sono i vostri contenuti che perdono traffico, chiedendovi se lo perdono perché nessuno cerca un contenuto del genere, ha troppa concorrenza, non è originale quanto serve, è pieno di parole che non servono a nessuno perché vi hanno detto che bisogna scrivere tanto e insistere su una nuova parola.
Si pensa sempre a scrivere dei nuovi contenuti ma ci si dimentica che ogni pagina può essere modificata o addirittura cancellata se non fa più il suo lavoro. Inutile parlare di tecnicismi che non vi aiuterebbero per nulla, io preferisco dirla semplice:
Google legge un quantitativo di nostre risorse, non tutte, e se noi gli mostriamo informazioni che sanno di muffa, contenuti a scarso valore aggiunto, ciò che farà è continuare a misurare la nostra capacità di soddisfare malissimo il pubblico.
Vi porto un esempio doloroso legato al mio Magazine LeROSA che, dopo mesi di inattività, è tornato a splendere grazie a un gruppo di persone spettacolari che tengono a questo progetto e si sono impegnate, ancor prima di me, a farlo sopravvivere e che vi riporto qui sotto:

Abbiamo deciso che avremmo spostato l’attenzione sul mondo del lavoro e della formazione, legato alle Professioniste e alle Aziende al femminile per dare risalto a chi, generalmente, inutile nascondersi dietro un dito, è messo all’angolo.
Benissimo, ci siamo sedute davanti alla Search Console, abbiamo tirato fuori tutti gli articoli che avevano a che fare con il mondo del lavoro e un articolo alla volta, li stiamo ottimizzando perché sappiamo che possono dare molto di più, che richiedono maggior attenzione nell’uso delle keyword, che i contenuti non sono perfettamente corrispondenti alle ricerche per le quali potrebbero essere utili. Lasciando perdere tutti i contenuti che non ci sono utili alla causa. Il risultato? Stiamo ottenendo clic e cresciamo per il pubblico che vogliamo ci legga, perdendo posizioni su quei contenuti che non ci interessano davvero rispetto alla nostra idea di business e che, pian piano, stiamo eliminando così da evitare di far leggere a Google ciò che non è di nostro interesse.

Ho chiesto alle AI di darmi indicazioni utili in merito, ve le riporto così come sono perché le ho trovate semplici e interessanti (NdR mi fa impazzire l’uso smodato della parola “cruciale”, quante volte l’abbiamo utilizzata nei nostri contenuti per farla diventare parola di punta di una AI?):
L’ottimizzazione dei contenuti per i motori di ricerca è un processo che richiede attenzione e strategia. Per iniziare, assicuratevi che i vostri contenuti siano ben scritti e rispondano alle domande del vostro pubblico. I motori di ricerca premiano i contenuti utili e informativi, quindi è fondamentale fornire valore agli utenti. Utilizzare sondaggi, studi di caso, e dati statistici può arricchire i vostri articoli e renderli più autorevoli.
Un altro aspetto cruciale è l’ottimizzazione dei meta tag. I meta titoli e le descrizioni devono essere accattivanti e contenere le parole chiave target. Questi elementi influenzano il tasso di clic (CTR) quando gli utenti visualizzano i risultati di ricerca. Assicuratevi che i vostri meta tag siano chiari e invoglino gli utenti a cliccare.
Infine, non dimenticate l’importanza della velocità di caricamento del sito. Un sito web lento può allontanare i visitatori e influenzare negativamente il posizionamento nei motori di ricerca. Utilizzate strumenti come Google PageSpeed Insights per valutare le performance del vostro sito e apportare le necessarie ottimizzazioni, come la compressione delle immagini o la riduzione dei file CSS e JavaScript.
Utilizzare parole chiave pertinenti
Vi ho riportato sopra la statistica che dice chiaramente che non è poi così importante utilizzare le parole chiave, perché Google premia la qualità del contenuto. Ma, attenzione, qui stiamo parlando di pertinenza che è un concetto lievemente differente.
Per cui “come aumentare il traffico organico al sito web in questo meraviglioso febbraio?”. La risposta è semplicissima: smettendola di andare fuori tema come fossimo a scuola e dovessimo riempire il foglio per far vedere alla Prof che ne sappiamo. Già esattamente così.
La regola è semplice:
Se la spiegazione in risposta alla ricerca richiede 200 parole, usiamo quelle punto e basta, o allungheremo il brodo, usando parole che non sono pertinenti, tirandoci la zappa sui piedi.
Pensatelo sulla vostra pelle: quante volte quei lenzuoli di testo vi hanno fatto uscire dal sito web perché troppo complesso leggersi il poema? Io, da anni ormai, utilizzo un bel CTRL+F (cerca parola) per trovare nel testo ciò che mi serve. Da quando c’è l’intelligenza artificiale, quando vedo poemi, mi faccio fare un riassunto per bullet point così da poter capire se vale la pena leggere tutto o lasciar andare.
Non va bene, dobbiamo sederci di fronte al nostro foglio bianco e ripeterci “devo rispondere alla domanda insita nel titolo e lasciare gli approfondimenti ad altri articoli perché non sto scrivendo un enciclopedia, è un post“.

Se vogliamo scrivere contenuti nuovi possiamo partire da:
- Google Trends, per valutare cosa fa tendenza in un dato momento dell’anno rispetto gli argomenti che trattiamo, ci è utilissimo anche per organizzarci il nostro piano editoriale per l’anno successivo perché posso vedere quanto siamo monotoni con le ricerche stagionali (se vendo stivali, devo iniziare ad ottimizzare i contenuti esistenti e crearne di nuovi a settembre perché prima non se li fila nessuno).
- Social, basta scorrere un feed dei nostri social preferiti per capire cosa le persone cercano nel nostro settore, naturalmente andando a sbirciare i contenuti degli Opinion Leader, perché lo sappiamo che il nostro feed è viziato dai nostri interessi vero? Tipo: io ci vedo per lo più statistiche di marketing, gente in bici che vede posti fantastici, montagne in tutte le salse.
- Competitor, se loro pubblicano noi pubblichiamo, è una gara per i primi posti, non possiamo rimanere indietro a livello contenutistico, il traffico fine a se stesso non ci è d’aiuto, focalizziamoci a battere chi sta con noi sul mercato.
- Team Sales, chi più di loro può dirci cosa sta vendendo di più in un dato momento dell’anno, quale richieste vengono fatte più spesso, dove si trovano in difficoltà in fase di vendita perché davanti hanno persone che non sono edotte.
Creazione di backlink di qualità
Già, ancora funziona e alla grande. Il concetto non cambia, nei secoli dei secoli, perché se qualcuno spende del tempo a linkare al nostro contenuto per Google il segnale è chiaro e replica proprio quello che accade nella realtà: link è recensione positiva. È un endorsement da paura.
È facile da ottenere? Per niente. Un backlink naturale esiste solamente quando abbiamo creato un contenuto talmente incredibile che diventa fonte autorevole per esempio. Articoli approfonditi, studi statistici, guide descrittive ricche di immagini e video possono portare a qualcosa di magico come un backlink di qualità e, a lungo andare, è un ottimo modo per aumentare il traffico organico al nostro sito web. Se Google ci vede autorevoli perché abbiamo backlink che provengono da altri siti web autorevoli, ci reputa pure affidabilità e una spintarella è possibile ci sia.
Il consiglio spassionato che voglio lasciarvi: pensate ai backlink solo quando il vostro sito web è apposto, usabilità in primis, contenuti wow, navigazione semplice e fluida, velocità di pagine superiore ai vostri competitor, o farete arrivare le persone per farle scappare.
I link si possono stimolare anche tramite collaborazioni tra altri siti web con argomenti a noi affini, il classico guest blogging, ha il suo perché. Io scrivo nel vostro blog, mi lasciate linkare a una delle mie pagine del mio sito web, io faccio lo stesso con voi in un altro articolo e ci godiamo un link interessante da ambo le parti.
Utilizzo dei social media per aumentare il traffico organico
I social media sono uno strumento potente per aumentare il traffico organico al vostro sito web. Le opportunità di raggiungere nuovi lettori sono immense. C’è un MA, non si fa a caso e si fa sempre meno a caso. Io, per prima, sto cambiando assolutamente strategia perché il gioco si fa duro e non ci si può lanciare e basta.
Consiglio: non c’è mai budget per fare tutto e anche quando c’è non è che vedo sta grande bellezza di contenuto, per cui evitiamo di essere presenti ovunque e comunque, lavoriamo sui social media in cui sappiamo essere presente il nostro pubblico in assetto da “dai questo lo voglio” e pensiamo successivamente a coprire tutte le piattaforme, anche se sappiamo che con le AI ora possiamo sparare contenuti ovunque.
Tanto, signori e signore, quello è il tempo che passiamo sui social, abbiamo le nostre preferenze, ci concentriamo pochissimo, siamo bombardati da contenuti, meglio pensare a come farsi seguire per sempre che cercare di apparire ovunque.
Per cui, dopo aver pianificato alla grandissima il nostro piano editoriale, diamoci il tempo di colloquiare con la nostra community. Rispondiamo ai commenti, partecipiamo a discussioni e chiediamo feedback sui vostri contenuti. Questo non solo aumenta l’engagement, ma incoraggia anche le persone a condividere i vostri post, amplificando ulteriormente la vostra portata. Io l’ho raccontato anche nel mio libro sul Project Management, già ho portato il mio rituale del lunedì mattina per il mio social del cuore: LinkedIn. Ve lo riporto qui sotto che magari vi è utile.
“Il lunedì, per me, sono nel primo quadrante queste attività:
- pubblicazione post sul mio profilo;
- commentare almeno 3 post di profili in target;
- aggiungere il mio contributo per almeno 1 pulse sulle aree di mia competenza;
- rispondere a chi mi ha chiesto di intervenire come speaker o scrivere un contributo”.
Ecco, direi che con queste ultime righe è tutto, quantomeno per febbraio abbiamo già molto da fare, possiamo impegnarci a valutare piccole azioni quotidiane per migliorare la nostra presenza online. Sono convinta che, grande o piccola che sia l’Azienda, sia impossibile pensare che ogni giorno debba portare a immensi cambiamenti, è molto più realistico creare un GANTT di microattività che, insieme, fanno la forza. Ma mai, mai, mai stare fermi online. È davvero il modo migliore di cadere nel baratro del dimenticatoio.
