Quanto costa fare content marketing?

Quanto costa fare content marketing?

Oggi voglio parlare a coloro che a breve dovranno distribuire il budget per il 2022 sul digital e darvi un assist in merito (se siete in vacanza, leggetemi uguale e magari mandatemi una foto di posti spaziali che sono una grandissima curiosa di viaggi altrui).

Essendo diventata la CMO e Head of SEO del mio gruppo Global Business Solution Srl sto lavorando alla strategia di posizionamento di tutti i Brand fratelli pensando alla crescita del traffico organico ai nostri siti web ma, anche, alla miglior comunicazione del nostro valore.

Praticamente quello che tutti i nostri clienti vogliono: crescere le conversioni provenienti dal web ed essere il Top of Mind del proprio settore.

Tra l’altro c’è una bel sondaggio di Semrush su 1.500 aziende in oltre 20 settori con più di 10.000 dipendenti che avvalora proprio ciò che ho appena detto:

Quanto costa fare content marketing?

Così ho pensato di essere generosa e vi riassumo una formula che trovo sempre più vincente, ma che non capisco come mai venga snobbata e venduta pure malissimo, quando merita veramente attenzione.

  1. Scrivi contenuti sul tuo sito web mettendoci la faccia per primo, perché sei la persona con più esperienza, autorevolezza e affidabilità che esista per un potenziale cliente.
  2. Ingaggia Content Creator, che sono persone con esperienza, autorevolezza e affidabilità nel settore merceologico del tuo business perché scrivano contenuti nel tuo sito web e condividano la collaborazione, scrivendo anche nel loro sito web, nei loro canali social e nella loro newsletter.
  3. Per risparmiare, perché si sa che un contenuto da Content Creator non ti può costare 5 euro di 450 parole al mercato del pesce, lascia autonomia al tuo SEO strategist per avere sempre un piano editoriale dai contenuti sopraffini, adatto alle ricerche del tuo miglior potenziale cliente, che non diventino eccessivi perché non è vero che a Google piacciono tanti contenuti. Vuole quello che vuole l’utente: contenuti esaustivi che rispondano a un’esigenza velocemente.
  4. Pensa ad avere una community attiva e frizzantina, attorno alla tua newsletter, ai tuoi Social e ai Content Creator con i quali hai deciso di collaborare per dimostrare una volta di più la tua esperienza, autorevolezza e affidabilità.
  5. E non dimenticare che in SERP siamo in due, noi del traffico organico e i colleghi del traffico a pagamento che danno una bella botta di Brand Awareness (mai sentito parlare di campagne di Brand?)

Le caratteristiche di un sito web di qualità

Nelle linee guida dei Quality Rater, coloro che verificano se Google, data una ricerca, ha premiato correttamente i siti web (stringi stringi), si legge che i siti web sono classificati di alta qualità se soddisfano i seguenti requisiti:

  1. alto livello EAT (esperienza autorevolezza affidabilità, quella di cui parlavo sopra, insomma)
  2. contenuti principali di alta qualità (quello di cui parlavo sopra, insomma)
  3. navigazione intuitiva
  4. ottima reputazione dei sito web (quello di cui parlavo sopra, insomma)
  5. trasparenza della fonte e delle persone responsabili del contenuto (quello di cui parlavo sopra, insomma)

Attenzione, Google ci tiene così tanto al mondo dei contenuti scritti da persone che hanno esperienza, autorevolezza e affidabilità che ha pure creato uno spazio per i Content Creator: li vuole aiutare a smetterla di scrivere cavolate, a prenderlo come un lavoro e non a farsi mandare i prodotti gratis a casa per recensirli male, a portare il loro contributo alle Aziende che li ingaggiano.

caratterisiche di un sito web di qualità

(Ndr. No, non è un benefattore, quando fa così semplicemente sta portando acqua al suo mulino, perché ogni scansione di spazzatura, ogni contenuto che si trova costretto a mettere in alto nella pagina di ricerca perché deve scegliere tra il vuoto cosmico e il patchwork di vuoto cosmico, lo rende meno allettante agli occhi dell’utente e gli fa spendere un sacco di soldi).

Come fare il salto di qualità

Se Google chiede di avere dei Content Creator a supporto delle Aziende, nemmeno tanto tra le righe, se i Responsabili Marketing di Aziende carucce di tutto il mondo ci si sono già indirizzati, se le statistiche parlano da anni di decisioni di acquisto influenzate dalla lettura di contenuti (il 71% nel mondo b2b secondo un’indagine di LinkedIn nel 2018 per esempio), forse è davvero il caso di mettersi l’anima in pace e fare le cose fatte bene.

Se vogliamo differenziarci dai nostri competitor che come noi hanno messo il solito blog da 4 articoli a settimana, con le solite immagini di stock, la redazione come autore, un form contatti buttato lì, zero possibilità di tenersi stretto il lettore, e una lentissima crescita di traffico organico, mi spiace dire che tocca fare ciò che ho descritto sopra.

Perché, Ladies&Gentlemen, siamo diventati veramente troppi in questo web e dobbiamo accaparrarci più clienti del nostro competitor.

Se non creiamo valore dai nostri contenuti, le persone usciranno dai nostri siti web per non tornare, non crederanno nel nostro Brand e, di conseguenza, diminuirà il traffico organico (brutto ricordo del contenuto di un Brand? Non clicco manco se sei primo), inizieremo a scendere di posizioni, non verranno riempiti carrelli e form contatti e tanto varrà pensare ad altro per crescere il nostro fatturato.